Il piano per smaltire il debito accumulato dalla Pubblica Amministrazione (Pa) registra progressi. Lo afferma il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).
“Rispetto alla precedente rilevazione del 21 luglio – si legge in una nota – il monitoraggio al 23 settembre mostra erogazioni agli enti debitori per 38,4 miliardi (+8,3 miliardi ovvero +27%) di cui 31,3 miliardi (+5,2 miliardi ovvero +20%) risultano già utilizzati per i pagamenti ai soggetti creditori”.
A quanto ammonta veramente il debito della Pa?
Il Mef cerca di far luce sull’ammontare del debito delle Pa che è stato ultimamente al centro di una violenta polemica. “Il debito commerciale delle pubbliche amministrazioni è una grandezza in evoluzione costante: ogni mese viene estinta una parte del debito attraverso il pagamento di fatture scadute e al tempo stesso nuove fatture arrivano a scadenza integrando il valore del debito scaduto”.
Il Mef ricorda che “poiché non è ancora disponibile un sistema di gestione che coinvolga tutte le amministrazioni, capace di monitorare la maturazione di nuovo debito e l’estinzione di quello pre-esistente, il fenomeno viene valutato attraverso le stime della Banca d’Italia”.
Secondo il Mef le stime del debito commerciale che la Banca d’Italia rende note in occasione della Relazione annuale verrebbero erroneamente utilizzate nel dibattito pubblico per indicare il debito scaduto e non oggetto di contenzioso. Il Mef sottolinea che “la stessa Banca d’Italia ha chiarito, nel Bollettino Economico di aprile 2014, che il debito certo, scaduto ed esigibile delle Amministrazioni pubbliche rappresenta considerato poco più della metà delle stime del debito complessivo: quindi poco più della metà di 91 miliardi a fine 2012 e poco più della metà di 75 miliardi a fine 2013“.
Il Mef osserva che alla fine 2013 si è registrata finalmente una significativa inversione di tendenza nel debito della Pa (una diminuzione di circa il 18%) grazie ai provvedimenti presi. Successivamente il Governo italiano ha provveduto a mettere a disposizione degli enti debitori circa 57 miliardi per smaltire il debito “patologico“, ovvero quella parte di debito commerciale restato insoluto ben oltre i termini di scadenza, con gravi conseguenze per le imprese creditrici e per il buon funzionamento dell’economia italiana nel suo insieme.
A detta del Mef, sulla base delle richieste degli enti debitori e delle indicazioni che provengono da altre fonti, tra le quali le richieste di certificazione del credito da parte dei fornitori, le risorse fin qui stanziate sembrano essere più che sufficienti a smaltire il debito “patologico”, in linea con le stime della Banca d’Italia così come specificate nel Bollettino economico di aprile.
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