Non si ferma la corsa dei fallimenti: nel terzo trimestre più di 2.800 imprese hanno aperto una procedura fallimentare, per un aumento pari al 18,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. È quanto emerge dalla rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere – la società di sistema delle Camere di Commercio italiane.
Nei primi nove mesi del 2014 i fallimenti sono stati oltre 10.000, il 18,6% in più rispetto al dato già elevato dell’anno precedente.
La crescita dei default ha riguardato tutte le forme giuridiche, con tassi di crescita a due cifre: +20,6% per le società di capitale, +14% per le società di persone e +27,6% per le altre forme giuridiche.
Il settore del commercio il più colpito
Sull’aumento dei fallimenti registrato nel trimestre estivo ha pesato il contributo del commercio che, con i suoi 685 eventi e un incremento che ha superato il 23% rispetto al III trimestre 2013, rappresenta il 24% delle aperture totali.
Numeri importanti, in termini assoluti e di incremento relativo, anche per costruzioni e manifattura: le attività legate al mondo edile, con 610 procedure fallimentari presentano un aumento del 25% rispetto allo stesso periodo del 2013, mentre l’industria manifatturiera supera i 550 casi e registra un incremento più contenuto, pari al 3,4%.
Volano i fallimenti al Centro
L’aumento delle procedure fallimentari tra giugno e settembre ha riguardato tutta la Penisola, con tassi ovunque a doppia cifra, ad eccezione del Nord-Est, in cui si è registrata una contrazione dello 0,7% a quota 547, livello più basso rispetto a tutte le aree del Paese. Il Nord Est ha beneficiato del calo dei fallimenti registrato in Friuli Venezia Giulia (-11,7%) e in Emilia Romagna (-6,7%), mentre le procedure risultano in crescita in Trentino Alto Adige (+2,6%) e in Veneto (+6,6%).
Al Centro, l’area con il tasso di aumento maggiore del periodo (+31,4%), i fallimenti sfiorano le 600 unità, con aumenti diffusi in 3 regioni (Lazio +41,3%, Toscana +38,4% e Marche +23,1%). L’Umbria risulta invece in controtendenza (-20,5%).
Anche nel Nord-Ovest (+25,2%) si registra un tasso di crescita superiore alla media del Paese, con aumenti che variano tra il +66,7% della Liguria e il +19,4% della Lombardia. Nell’area l’unica regione senza segno più è la Valle d’Aosta, dove i fallimenti risultano stabili, a quota 3.
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