Banca MPS (IT0001334587) ha annunciato oggi di aver chiuso i primi nove mesi del 2014 in rosso di €1,15 miliardi, più del doppio della perdita di €518 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. A pesare sono state alcune componenti non ricorrenti, tra cui il recepimento degli impatti derivanti dall’esame delle posizioni campionate in ambito dell’Asset Quality Review della BCE.
Le rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti sono balzate del 60% a €2,46 miliardi. Il costo del credito annualizzato si è attestato a 260 p.b. rispetto ai 151 p.b. del 30/09/2013. Al netto delle rettifiche, il risultato operativo è salito del 16,6% a €1,6 miliardi.
La banca sense ha effettuato anche accantonamenti straordinari per oltre €300 milioni, riconducibili all’uscita di oltre 1.300 risorse (in seguito all’accordo con le organizzazioni sindacali del 7 agosto 2014), e alla chiusura di 150 filiali entro la prima parte del 2015, previste dal Piano di Ristrutturazione.
Il margine di interesse è sceso del 2,5% a €1,55 miliardi. Sul risultato ha inciso negativamente la rideterminazione del valore di rimborso dei Nuovi Strumenti Finanziari (circa €147 milioni).
Le commissioni nette sono aumentate del 3,2% a €1,29 miliardi, grazie all’aumento dei proventi dalla gestione del risparmio.
Gli oneri operativi sono calati del 5,2% grazie alla riduzione degli organici, delle azioni strutturali di contenimento della spesa e degli interventi di riassetto organizzativo.
I crediti verso la clientela si sono attestati a circa €126 miliardi, in flessione del 3,3% rispetto alla fine del 2013.
Per quanto riguarda la situazione patrimoniale il common equity tier 1 phased-in è risultato pari al 12,8% e quello fully phased all’11,4%, nonostante gli impatti derivanti dalla Asset Quality Review siano stati integralmente recepiti al 30 settembre 2014.
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