Gli italiani non rinunciano a Natale, spesa per regali sale di 270 milioni

Nonostante la crisi gli italiani non rinunciano alla tradizione del Natale e ai regali. Secondo la Confesercenti quest’anno, sotto gli alberi addobbati da luci e decorazioni, verranno scartati doni per 7 miliardi di euro, con una leggera crescita della spesa di 270 milioni rispetto al 2013.

Permane tuttavia un atteggiamento di grande prudenza. Dal consueto sodaggio Confesercenti-SWG sul Natale degli italiani emerge che il 55% degli intervistati ridurrà le spese per i regali, contro il 31% che ha l’intenzione di spendere come lo scorso anno e il 14% che spenderà di più.

La convenienza sarà la parola d’ordine per destreggiarsi tra le vie dello shopping natalizio: il 71% del campione ha risposto, infatti, che si potrà permettere regali convenienti per festeggiare, mentre solo il 16% preferirà regali di qualità per i propri cari ed, infine, un 13% ha ammesso che non potrà permettersi nessun regalo.

Complessivamente, il 29% delle persone intervistate ha dichiarato di attendersi un Natale peggiore di quello del 2013; il 48% – il 2% in più dello scorso anno – ritiene che sarà uguale, mentre il 23% scorge miglioramenti in arrivo.

Tra i fattori che condizioneranno la spesa in questo Natale, si registra il crollo dello spauracchio dei prezzi: indicati come fattore condizionante solo dal 16% degli italiani, contro il 41% del 2007. Un effetto chiaro del rallentamento dell’inflazione registrato negli ultimi 12 mesi. È cresciuto, invece, il numero di coloro che addita le tasse e le tariffe fra gli ostacoli agli acquisti natalizi: adesso sono circa 11,8 milioni (il 25%), quasi 3 milioni in più dello scorso anno, quando a lamentarsi dell’imposizione fiscale erano 8,9 milioni di persone (il 19%). L’eccesso di pressione fiscale è diventato così l’ostacolo principale allo shopping natalizio dei nostri concittadini.

Il regalo più ambito che gli italiani vorrebbero dal Governo per il Natale 2014 è la riduzione della disoccupazione (35% dei rispondenti). Segue la richiesta di una riduzione del peso fiscale (indicata dal 30%) e dei privilegi e degli abusi (24%). Pochissime preferenze, invece, raccolgono gli interventi per ridurre la micro-criminalità (5%) e i rischi di calamità naturali, indicati solo dal 6% nonostante i recenti, tragici avvenimenti.

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