La Borsa di Milano ha chiuso oggi in netto ribasso. Il FTSE MIB ha perso l’1,6% a 19.686,45 punti.
L’Italia resta in recessione. L’Istat ha confermato oggi che il PIL è calato nel terzo trimestre dello 0,1%. Su base annua la contrazione è stata dello 0,5% rispetto al -0,4% indicato precedentemente. L’attività manifatturiera italiana ha registrato inoltre per il secondo mese di fila una contrazione. L’indice PMI manifatturiero calcolato da Markit si è attestato infatti a novembre a 49 punti, invariato rispetto al mese precedente.
Anche i dati provenienti dagli altri grandi Paesi dell’Eurozona e dalla Cina sono stati peggiori delle attese ed hanno contribuito al clima negativo a Piazza Affari.
I bancari sono stati deboli nonostante il rendimento del BTP a dieci anni sia sceso oggi per la prima volta al di sotto del 2%. Banca Popolare di Milano (IT0000064482) ha perso il 3,2%, Banco Popolare (IT0004231566) il 3,7%, UniCredit (IT0000064854) il 2,4%, Intesa Sanpaolo (IT0000072618) il 3,2%, UBI Banca (IT0003487029) il 2,8%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna (IT0000066123) il 4,4% e Banca MPS (IT0001334587) il 2,3%.
Azimut (IT0003261697) ha perso il 5%. Il gruppo impegnato nel risparmio gestito ha annunciato che pagherà €117,8 milioni per chiudere il suo contenzioso con il Fisco.
UnipolSai (IT0004827447) ha chiuso in ribasso del 2,5%. Il gruppo assicurativo ha comunicato oggi le azioni di risparmio verranno convertite in azioni ordinarie di nuova emissione.
I petroliferi sono stati ancora deboli. Eni (IT0003132476) ha perso il 2,5% e Saipem (IT0000068525) il 2,3%. Il prezzo del petrolio è sceso oggi ulteriormente prima di registrare una ripresa.
Fiat Chrysler (NL0010877643) ha guadagnato l’1,7%. In un report settoriale Fitch ha espresso ottimismo sulle prospettive del gruppo nato dalla fusione tra Fiat e Chrysler.
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