Il governo italiano ha approvato un intervento di riforma delle banche popolari. In una nota del Consiglio dei Ministri si legge che la misura ha “l’obiettivo di rafforzare il settore bancario e adeguarlo allo scenario europeo, innovato dall’unione bancaria”.
L’esecutivo spiega che “con la distinzione in due fasce si preserva il ruolo delle banche con vocazione territoriale e al tempo stesso si adegua alle prassi ordinarie la governance degli istituti di credito popolari di maggiori dimensioni che nella maggioranza sono anche società quotate in borsa”.
Il decreto legge impone alle banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro la trasformazione in società per azioni. “La finalità ultima dell’intervento è di garantire che la liquidità disponibile si trasformi in credito a famiglie e imprese e favorire la disponibilità di servizi migliori e prezzi più contenuti”.
Il premier Matteo Renzi ha indicato, al termine del Consiglio dei Ministri, che sono 10 le banche popolari che in 18 mesi dovranno superare il voto capitario e diventare società per azioni. “È un momento storico”, ha sottolineato.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha affermato da parte sua che la trasformazione in Spa renderà le banche popolari più forti. “È una misura – ha aggiunto – che rafforza il sistema bancario italiano che andrà sempre meglio man mano che la ripresa si consolida ed è nell’interesse del sistema bancario e dei consumatori”.
Nel dettaglio le dieci banche popolari che si trasformeranno in società per azioni sono: Banco Popolare (IT0004231566), UBI Banca (IT0003487029), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (IT0000066123), Banca Popolare di Milano (IT0000064482), Banca Popolare Vicenza, Veneto Banca, Banca Popolare di Sondrio (IT0000784196), Credito Valtellinese (IT0000064516), Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (IT0004919327) e Banca Popolare di Bari.
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