Le riforme del governo potrebbero dare una forte spinta all’economia italiana durante i prossimi anni. Lo afferma l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). L’istituzione con sede a Parigi giudica positivamente soprattutto la riforma del mercato del lavoro. Il Jobs Act “può essere il vero motore di cambiamento” per l’economia italiana, ha spiegato il segretario generale dell’OCSE, Angel Gurrìa, nel corso della presentazione del rapporto sull’Italia. Nel documento si legge che se l’ampio ed ambizioso programma di riforme sarà attuato ci potrebbe essere un incremento del PIL pari al 6% entro i prossimi 10 anni.
Le stime di crescita per il 2015 e il 2016 sono state riviste al rialzo, rispettivamente allo 0,4% e all’1,3%. Nel suo Economic outlook di tre mesi fa l’OCSE aveva previsto per quest’anno un aumento del PIL dello 0,2% e per il prossimo dell’1%. Gurria ha però indicato in conferenza stampa che l’economia italiana potrebbe crescere nel 2015 dello 0,6% con le riforme e, tenendo conto delle nuove circostanze, il dato del rapporto è da considerarsi superato.
La situazione sul mercato del lavoro dovrebbe migliorare solo lentamente. La stima sul tasso di disoccupazione nel 2015 è stata confermata al 12,3%. Per il 2016 l’OCSE prevede un calo all’11,8%, dal 12,1% previsto in precedenza.
L’elevato tasso d’indebitamento resta per l’OCSE un elemento di significativa vulnerabilità. Il rapporto debito/PIL dovrebbe salire dal 130,6% del 2014 al 132,8% nel 2015 e al 133,5% nel 2016. In questo modo l’OCSE ha confermato le previsioni dello scorso novembre.
Per quanto riguarda il rapporto deficit/PIL l’OCSE prevede un calo al 2,7% nel 2015 dal 3% del 2014 e poi, nel 2016, all’1,8%. Nel precedente rapporto era stato previsto un calo al 2,8% nel 2015 e al 2,1% nel 2016.
Il saldo primario strutturale dovrebbe rimanere fermo al 4,4% del PIL quest’anno, per salire al 4,9% nel 2016.
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