Eni (IT0003132476) ha presentato oggi il suo piano strategico 2015-2018. Come gli altri grandi gruppi petroliferi anche il cane a sei zampe ha reagito al recente declino del prezzo del petrolio. Gli investimenti saranno ridotti del 17% a parità di cambio rispetto al piano precedente.
Eni ha inoltre deciso di tagliare il dividendo per il 2015 a €0,80 e di sospendere il piano di buy back. La politica di distribuzione sarà progressiva in relazione alla crescita dei risultati attesi. Eni valuterà la riattivazione del piano di buy back quando i progressi strategici e lo scenario di mercato lo consentiranno.
Nel corso del piano sono attese nuove scoperte per 2 miliardi di barili olio equivalenti al costo di $2,6 al barile. L’obiettivo di crescita della produzione di idrocarburi è pari al 3,5% annuo e sarà conseguito principalmente grazie all’avvio di nuovi progetti e al ramp up di quelli già avviati nel 2014, con un contributo totale di oltre 650.000 barili olio equivalenti/giorno al 2018.
Il free cash flow cumulato nel 2015-18 è previsto superiore ai €16 miliardi. Un contributo sostanziale alla generazione di cassa proverrà dalle dismissioni programmate che saranno pari a €8 miliardi, di cui il 70% circa nei primi due anni di piano. Circa il 50% riguarderà la cessione di partecipazioni in recenti scoperte esplorative nelle quali Eni, detenendo quote molto elevate, intende diluirsi pur mantenendo il ruolo di operatore (“dual exploration model”). La cessione delle quote azionarie residue in Galp (PTGAL0AM0009) e Snam (IT0003153415) rappresenterà circa il 25% mentre il restante 25% deriverà dalla cessone di asset maturi upstream e di attività non-core nel mid-downstream.
Gli investitori hanno accolto molto negativamente le indicazioni arrivate da Eni. Il titolo scende al momento a Piazza Affari del 4,6%.
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