Sul mercato del lavoro qualche cosa si muove dopo le misure prese dal governo. Nei primi tre mesi del 2015 le nuove assunzioni a tempo indeterminato stipulate in Italia sono state 470.785, il 24,1% in più rispetto all’analogo periodo del 2014. Lo ha comunicato oggi l’Inps.
Il premier Matteo Renzi si è detto soddisfatto dei progressi dell’occupazione. “I dati ci dicono che la strada da percorrere è ancora lunga, ma la macchina finalmente è ripartita: dopo cinque anni di crollo costante, tornano a crescere gli occupati”, ha scritto sulla sua pagina Facebook.
La Cgil ha accolto però i numeri dell’Inps con grande scetticismo. “Non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e a meno diritti per i lavoratori”, ha affermato il segretario confederale, Serena Sorrentino.
Il dirigente sindacale ha spiegato che “nel 2014 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati nel primo trimestre 379.508, di cui 117.711 effetto di trasformazione di contratti a termine e 24.620 da apprendistato”. Secondo Sorrentino se si comparano questi dati con quelli dei primi tre mesi del 2015 (Su 470.785 contratti a tempo indeterminato, 122.645 sono trasformazioni da contratti a termine e 26.396 da apprendistato), “ci accorgiamo che alla fine il saldo netto non è una ‘vera svolta’, considerando anche che i dati si riferiscono ai mesi in cui ha vigenza l’esonero contributivo della legge di stabilità e non il Jobs act”.
Per la segretaria della Cgil, “non occorreva, dunque, cancellare diritti per far aumentare il tempo indeterminato” e le domandi da porsi sono: “Se basteranno i soldi e se le imprese che beneficiano di questo ‘doping’ renderanno veramente stabili questi rapporti di lavoro o se finito l’incentivo torneranno a licenziare, visto che il governo non ha reso selettivi gli incentivi”.
“La Cgil – ha concluso Sorrentino – aveva chiesto da subito che gli incentivi fossero condizionati all’occupazione aggiuntiva, mentre vediamo che la maggioranza sono trasformazioni. Il governo corregga l’errore nella legge di stabilità 2015”.