Nonostante qualche segno di ripresa il settore bancario italiano resta in una profonda crisi. È quanto emerge dall’ultimo bollettino mensile dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana).
Le sofferenze lorde sono cresciute a marzo di €2,3 miliardi rispetto a febbraio e di circa €25 miliardi rispetto allo stesso mese del 2014 (+15,1%) raggiungendo €189,5 miliardi. Si tratta di un nuovo livello record.
Le sofferenze nette sono risultate a marzo pari a €81,3 miliardi, in aumento di €1,6 miliardi rispetto al mese precedente e €5,2 miliardi in più rispetto al marzo 2014 (+6,8% l’incremento annuo).
In rapporto agli impieghi, le sofferenze lorde risultano pari al 9,8% a marzo (8,6% un anno prima). Si tratta del più alto livello dalla fine del 1996. Tale valore raggiunge il 16,6% per i piccoli operatori economici (14,6% a marzo 2014), il 16,7% per le imprese (14% un anno prima) ed il 7,1% per le famiglie consumatrici (6,4% a marzo 2014).
Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali si è attestato al 4,42%, dal 4,38% di febbraio e dal 4,12% di marzo 2014.
Per quanto riguarda i prestiti bancari ad aprile c’è stato, secondo l’ABI, un miglioramento – ancorchè ancora su valori negativi – della dinamica annua. Sulla base di prime stime il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pct con controparti centrali) si è attestato a €1.825,8 miliardi, segnando una variazione annua di -0,8% (-1,2% il mese precedente).
I prestiti a famiglie e società non finanziarie hanno ammontato, sempre ad aprile, a €1.407 miliardi, segnando una variazione annua lievemente negativa, pari a -0,8%, il miglior risultato da maggio 2012 (-1% a marzo).
Nel mese di marzo la dinamica dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultata pari a -2,2% (-3% il mese precedente). In lieve flessione la dinamica tendenziale del totale prestiti alle famiglie (-0,3% a marzo, -0,4% mese precedente).
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