Eni (IT0003132476) ha comunicato oggi che nel secondo trimestre del 2015 il suo utile netto adjusted è calato dell’84% a €0,14 miliardi. A pesare sono state le svalutazioni annunciate da Saipem (IT0000068525). L’utile netto adjusted esclusa la sussidiaria è stato di €0,45 miliardi con una flessione del 46% rispetto al secondo trimestre 2014.
L’utile operativo adjusted, escluso il risultato di Saipem, è calato del 41% a €1,5 miliardi. Eni spiega che il calo è stato causato dalla flessione del prezzo del petrolio, il cui impatto è stato attenuato dalla crescita delle produzioni, dalla riduzione dei costi e dal deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.
La produzione d’idrocarburi del secondo trimestre 2015 è stata di 1,754 milioni di boe/giorno, in aumento del 10,7%. Escludendo l’effetto prezzo nei Production Sharing Agreement, la produzione registra un incremento del 7,1% dovuto al contributo dei nuovi avvii e dei ramp-up di campi avviati a fine 2014 principalmente in Angola, Congo, Stati Uniti, Egitto e Regno Unito e delle maggiori produzioni in Libia. Tali incrementi sono stati parzialmente compensati dal declino delle produzioni mature.
Eni ha rivisto al rialzo la guidance sulla produzione nel 2015 da +5% a oltre il 7%. Il cane a sei zampe ha confermato la proposta al CdA al prossimo 17 settembre di un acconto dividendo pari a €0,40 per azione.