Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def) 2015 che sarà quindi trasmessa al Parlamento. Lo ha comunicato il governo italiano.
La Nota di Aggiornamento al Def modifica il quadro di finanza pubblica rispetto a quello del documento programmatico presentato ad aprile scorso, e costituisce un passaggio propedeutico alla definizione della legge di Stabilità e quindi del Draft Budgetary Plan da presentare alle istituzioni europee entro il prossimo 15 ottobre.
Per la prima volta dal 2010 sono state alzate le stime di crescita del prodotto interno lordo: in aumento dello 0,9% nel 2015 e dell’1,6% nel 2016 (rispettivamente contro lo 0,7% e 1,4% stimato ad aprile).
Il rapporto deficit/PIL scenderà più gradualmente del previsto perché il governo intende rafforzare la crescita al fine di accelerare l’aumento dell’occupazione e per evitare che l’indebolimento dell’economia internazionale abbia conseguenze sul Paese.
La maggiore gradualità del consolidamento di bilancio – spiega il governo – è consentita dai trattati europei, come specificato dalla Commissione europea con la propria comunicazione sulla flessibilità del 13 gennaio scorso.
La nuova previsione vede ora il rapporto deficit/PIL nel 2016 al 2,2%, contro l’1,8% previsto nella prima stesura del Def. Per il 2015, la previsione di deficit resta ferma al 2,6% del PIL, dal 3% del 2014.
Nonostante la maggiore flessibilità richiesta all’Ue, per il 2016 è confermato l’inizio della traiettoria di riduzione del rapporto debito pubblico/PIL, per la prima volta dopo 8 anni di crescita. Il debito/PIL si attesterà nel 2015 al 132,8% e nel 2016 scenderà al 131,4%, ad aprile il Def indicava 132,5% nel 2015 e 130,9% nel 2016.
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