Il Centro Studi di Confindustria (CSC) rivela per febbraio un calo della produzione industriale dell’1% su gennaio, quando c’è stato un aumento dell’1,9% su dicembre, comunicato oggi dall’Istat.
Il CSC indica che il dato positivo di gennaio è stato superiore alle sue stime (+0,9%) e a quelle di consenso (+0,8%) ed è in parte riconducibile al rimbalzo tecnico dopo l’anomalo arretramento dell’attività rilevato dall’Istat in dicembre (-0,6%). Quest’ultimo, spiegano gli esperti, è attribuibile a problemi di destagionalizzazione dovuti al ponte di lunedì 7 dicembre. Una parte del rimbalzo è dovuta, inoltre, al fatto che il dato di attività grezza in gennaio si confronta con un valore relativamente basso rilevato nel gennaio 2015, quando si sono avuti ben due ponti (venerdì 2 e lunedì 5 del mese).
Secondo il CSC il primo trimestre dell’anno registra una variazione acquisita di +0,6% congiunturale. La crescita dell’attività accelera quindi rispetto al quarto trimestre del 2015, quando invece era stata nulla.
Il CSC osserva che gli indicatori qualitativi anticipatori puntano a una tendenza positiva della produzione. “Secondo i direttori degli acquisti (indagine PMI Markit) gli ordini manifatturieri in febbraio sono ancora cresciuti, ma a un ritmo più lento rispetto al mese precedente (indice a 52,1 da 54,4), dopo aver raggiunto in dicembre il valore massimo da quasi cinque anni. Frenano gli ordini esteri, mentre la domanda interna, secondo il PMI dei servizi (in accelerazione a febbraio), dovrebbe continuare a sostenere l’attività nei mesi primaverili”.
La dinamica positiva nell’industria, insieme all’andamento favorevole rilevato nei servizi, secondo il modello trimestrale del CSC determina un aumento del PIL nel trimestre in corso superiore al +0,1% registrato a fine 2015.
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