I contribuenti più corretti nei confronti del fisco vivono al Nord e in particolar modo nel Nordest. È quanto emerge da uno studio della CGIA.
5 indicatori per individuare la fedeltà fiscale
L’associazione mestrina ha messo a confronto i risultati emersi dall’analisi di 5 indicatori relativi a ciascuna delle 20 regioni d’Italia: ovvero, l’incidenza dei redditi dichiarati sui consumi; la quota dei redditi dichiarati su quelli disponibili; il tasso di irregolarità degli occupati; la litigiosità fiscale e la stima della compliance degli studi di settore.
Per ciascun indicatore è stato posto a 100 il dato nazionale e sono stati ricalcolati i valori delle 20 regioni italiane attraverso una proporzione. Il risultato finale è stato ottenuto come media dei valori ricalcolati per i 5 indicatori che compongono l’indice. A valori più elevati dell’indice corrisponde un grado di fedeltà fiscale presunta più elevato.
I risultati dello studio per regione
Lo studio della CGIA ha mostrato che la palma dei cittadini più ligi con il fisco spetta ai residenti del Trentino Alto Adige, dove il grado di valutazione della fedeltà fiscale è il più elevato (indice pari a 166,4). Seguono gli abitanti del Veneto e del Piemonte (entrambi con indice 133,5), quelli del Friuli Venezia Giulia (127,9), dell’Emilia Romagna (125,7), della Valle d’Aosta (123) e della Lombardia (121,5).
Nella terza fascia, quella medio alta, si trovano gran parte delle regioni del Centro, capeggiate dall’Umbria (117,2), mentre l’Abruzzo (101,3) è pressoché in linea con il dato medio Italia (100).
La rischiosità fiscale più elevata, invece, si riscontra in particolar modo al Sud. Nella classe di fedeltà medio-bassa si inseriscono la Puglia (95,6), la Basilicata (94,5) e il Lazio (92,1).
Infine, nella zona ad alta pericolosità fiscale si trovano il Molise (80,4), la Campania (79,7), la Sicilia (78) e, all’ultimo posto, la Calabria (73,8).
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