A marzo l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto al mese precedente ed è aumentato dello 0,8% nei confronti di marzo 2015. Lo ha comunicato oggi l’Istat.
Con riferimento ai principali macrosettori, a marzo le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato un incremento tendenziale dell’1% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a marzo hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori sono stati: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,4%); energia elettrica e gas, commercio (entrambi 1,9%). Si sono registrate variazioni nulle nei settori della metalmeccanica, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Complessivamente, nei primi tre mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2015.
Alla fine di marzo i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardavano il 40,8% degli occupati dipendenti e corrispondevano al 38,7% del monte retributivo osservato. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese marzo sono stati recepiti due nuovi accordi e nessuno è scaduto.
Alla fine dello scorso mese la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo era del 59,2% nel totale dell’economia e del 47,3% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 39,9 mesi per l’insieme dei settori e di 18,2 mesi per quelli del settore privato.
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