Nel secondo trimestre del 2016 le attivazioni di contratti a tempo indeterminato sono state 392.043, il 29,4% in meno rispetto all’anno scorso (-163.099). Lo ha comunicato oggi il Ministero del Lavoro. Il calo dei contratti a tempo indeterminato è stato causato dalla forte riduzione degli incentivi fiscali legati alle assunzioni stabili.
Nel secondo trimestre sono state registrate nel complesso 2,45 milioni di attivazioni di contratti a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. I contratti trasformati a tempo indeterminato sono stati 84.334, di cui 62.705 da tempo determinato e 21.629 da apprendistato.
Sul fronte delle attivazioni, quelle a tempo indeterminato hanno costituito il 16% del totale, contro il 70,5% di quelle a termine, mentre i contratti di collaborazione hanno pesato per il 3,6% e quelli di apprendistato per il 3,3%.
Per quanto riguarda le cessazioni, i rapporti di lavoro a tempo indeterminato conclusi sono stati 470.561, il 10% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni). Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%), mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In particolare sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2015).
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