Lo scontro tra Mediaset (IT0001063210) e Vivendi (FR0000127771) si fa duro. Il gruppo francese ha comunicato “di essere sempre stato finora aperto al dialogo nella disputa che l’oppone a Mediaset e di non aver cessato negli ultimi mesi di cercare soluzioni alternative”.
“L’unica risposta all’approccio costruttivo di Vivendi da parte di Mediaset e Fininvest è stato quello di diffondere pubblicamente dichiarazioni aggressive e di lanciare molteplici azioni legali, incluso un nuovo tentativo di intimidazione intrapreso lo scorso12 ottobre con la richiesta di sequestro del 3,5% del suo capitale”, si legge ancora nella nota.
Vivendi ribadisce che “il business plan di Mediaset Premium che gli è stato presentato e che prevede il raggiungimento del break even nel 2018 si basa su ipotesi irrealistiche confermate dal rapporto di due diligence della società di consulenza Deloitte”. Vivendi ritiene quindi “di non poter essere considerata responsabile della situazione attuale”.
“In queste condizioni, Vivendi si ritiene oggi libera dalla sua volontà di privilegiare una soluzione amichevole e si riserva il diritto di condurre ogni azione volta a difendere i propri interessi e quelli dei suoi azionisti”.
La replica di Mediaset
La replica del Biscione non si è fatta attendere. “Dal 25 luglio 2016, data della lettera ufficiale Vivendi di dietrofront sul contratto definitivo e vincolante firmato, non ci sono stati più contatti tra le due società. Non risponde quindi al vero che negli ultimi mesi sono stati incessanti i tentativi di cercare soluzioni alternative tra le parti. Non solo non c’è stato alcun approccio costruttivo ma è cessato da parte di Vivendi qualsiasi approccio”.
Mediaset aggiunge che “i reiterati riferimenti contenuti anche in quest’ultimo comunicato pubblico a business plan irrealistici – che ricordiamo nulla hanno a che fare con l’analisi dei risultati di Premium ovviamente avvenuta prima della firma – costituiscono ingerenze inappropriate sulle attività di un rilevante asset industriale di una società quotata. E provocano ulteriori danni non solo di reputazione turbando il corso del relativo titolo”.
Per tutti questi motivi, Mediaset “prende atto del fatto che la vicenda sarà risolta in tribunale. Dove emergeranno chiaramente i ruoli che oggi si vogliono confondere. In tale ottica, è evidente che la richiesta di sequestro di azioni Vivendi, lungi dall’essere un’iniziativa intimidatoria, è finalizzata a tutelare gli interessi di Mediaset e dei suoi azionisti”.
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