Come ogni anno una stangata fiscale si abbatterà a novembre sugli italiani. Lo ricorda la CGIA con una nota. Secondo le stime dell’associazione mestrina dalle tasche dei contribuenti usciranno questo mese 55,3 miliardi di euro.
L’imposta più “impegnativa” da onorare entro la fine di novembre sarà l’acconto Ires in capo alle società di capitali (Spa, Srl, Società cooperative, etc.): queste ultime pagheranno 14,6 miliardi di euro. L’Iva versata dai lavoratori autonomi e dalle imprese ammonterà a 12,8 miliardi di euro. I collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, “daranno” al fisco le ritenute per un importo di 11,5 miliardi di euro. L’acconto Irap, invece, costerà alle aziende ben 6 miliardi di euro, mentre le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi e l’addizionale regionale Irpef “peserà” in entrambi i casi 1 miliardo di euro.
Con troppe tasse e una burocrazia che non accenna a diminuire, la CGIA fa notare che anche i costi indiretti legati al pagamento delle imposte costituiscono un grosso problema: “A causa di un sistema fiscale ancora troppo frammentato – osserva il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – nel nostro Paese sono necessari 30 giorni lavorativi per pagare le tasse. In altre parole, tra le code agli sportelli, il tempo perso per recarsi dal commercialista, per compilare moduli, registri e schede, le imprese italiane impiegano 240 ore all’anno per onorare gli impegni con il fisco. Nell’eurozona solo gli sloveni subiscono un disagio superiore al nostro”.
Se in Slovenia, infatti, sono necessari 31 giorni di tempo per pagare le imposte, in Italia e in Portogallo i giorni scendono a 30. Tale soglia si abbassa a 27 in Germania, a 19 in Spagna, a 17 in Francia e addirittura a 10 in Irlanda. La media dell’area euro è di 19 giorni.
“Con un fisco più semplice – conclude il Segretario della CGIA Renato Mason – anche l’Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficiente nel contrastare gli evasori/elusori fiscali. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita anche agli operatori del fisco che, comunque, continuano ad essere uno dei settori più virtuosi della nostra Pubblica amministrazione”.
La CGIA ha precisato che in questa analisi non sono stati conteggiati i contributi previdenziali che dovranno essere versati entro il prossimo 16 novembre.
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