Il debito pubblico italiano è calato a settembre di 12,1 miliardi a 2.212,6 miliardi di euro. È quanto risulta dal supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla finanza pubblica. Per il debito pubblico si è trattato del secondo calo mensile di fila.
Bankitalia indica che il fabbisogno del mese (15,2 miliardi) è stato più che compensato dalla diminuzione (25,3 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (risultate pari a 39,3 miliardi alla fine di settembre) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio dell’euro (1,9 miliardi).
Per quanto riguarda la ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è calato di 12,4 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è aumentato di 0,4 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è sceso di 0,1 miliardi.
Nei primi nove mesi del 2016 il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 39,9 miliardi. L’incremento riflette il fabbisogno (42,3 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (3,6 miliardi); in senso opposto ha operato, per 6,0 miliardi, l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio.
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a settembre a 32 miliardi (30,2 miliardi nello stesso mese del 2015). Nei primi nove mesi del 2016 le entrate tributarie sono state complessivamente pari a 302 miliardi, in aumento del 4,6 per cento (13,2 miliardi) rispetto a quelle relative allo stesso periodo dell’anno precedente; tale dinamica è stata in parte sospinta da alcune disomogeneità contabili e temporali (riguardanti principalmente l’IVA, le ritenute Irpef, il canone Rai e l’imposta di bollo virtuale).
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!