UniCredit (IT0000064854) ha annunciato oggi che il suo Consiglio di amministrazione ha deliberato un aumento di capitale da 13 miliardi di euro. L’operazione, che fa parte del piano strategico denominato “Trasform 2019”, sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea convocata per il 12 gennaio. UniCredit indica in una nota che l’aumento di capitale è interamente garantito da un consorzio formato da “primarie banche internazionali”.
Il Consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea anche il raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio. Il rapporto sarà di una nuova azione ordinaria (con godimento regolare) ogni 10 azioni ordinarie esistenti e di una nuova azione di risparmio ogni 10 azioni di risparmio esistenti. È previsto anche l’annullamento di azioni ordinarie e di risparmio “nel numero minimo necessario a consentire la quadratura complessiva dell’operazione, senza riduzione del capitale”.
UniCredit effettuerà svalutazioni per 12,2 miliardi di euro nel quarto trimestre del 2016, di cui 8,1 miliardi per rettifiche su crediti e 4,1 miliardi per rettifiche su partecipazioni e altre svalutazioni.
Il gruppo di Piazza Gae Aulenti cederà 17,7 miliardi di euro di prestiti lordi in sofferenza per mezzo di un portafoglio cartolarizzato in due fasi. Una quota omogenea pari almeno al 20% sarà ceduta a investitori in una prima fase nel 2017. L’intera vendita avrà luogo durante il piano strategico.
Il piano industriale di UniCredit prevede anche ulteriori 6.500 esuberi netti entro il 2019. La riduzione totale netta dei dipendenti a tempo pieno salirà in questo modo a 14.000 unità con un risparmio dei costi per il personale pari a 1,1 miliardi di euro.
Nel piano strategico si prevedono risparmi annui ricorrenti netti per 1,7 miliardi di euro dal 2019 e un rapporto costi/ricavi del gruppo inferiore al 52% dal 2019.
UniCredit prevede inoltre una migliore redditività con Rote (return on tangible equity) superiore al 9% dal 2019 e un politica di distribuzione dei dividendi cash compresa tra 20% e 50%. Al 2019 viene visto un costo del rischio del Gruppo a 49 punti base, in calo di 40 punti base rispetto al 2015. Nel 2019 l’utile netto dovrebbe attestarsi a 4,7 miliardi di euro e il CET1 Ratio fully loaded oltre al 12,5%.
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