La Borsa di Milano ha iniziato molto positivamente il 2017. Il FTSE MIB ha guadagnato l’1,7% a 19.566,53 punti. Lo spread è sceso fino a 155 punti, dai 161 punti di fine 2016. I volumi di scambio sono stati ancora bassi a causa della chiusura delle borse di Londra e New York.
Dal fronte macroeconomico sono arrivate indicazioni decisamente incoraggianti. L’indice PMI manifatturiero per l’Eurozona è salito a dicembre ai più alti livelli dall’aprile del 2011. L’indice per la sola Italia ha superato nettamente le attese, attestandosi a 53,2 punti, ovvero ai massimi da sei mesi.
L’assoluto protagonista della seduta a Piazza Affari è stato Banco Bpm (IT0005218380). Nel suo primo giorno di contrattazione il titolo del gruppo nato dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano ha guadagnato il 9,1%. Equita si attende che il nuovo istituto di credito otterrà sinergie maggiori di quanto previsto nel piano industriale al 2019.
Molto bene anche gli altri bancari. UniCredit (IT0000064854) ha guadagnato il 2,6%, Intesa Sanpaolo (IT0000072618) lo 0,9%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna (IT0000066123) il 4,2%, Mediobanca(IT0000062957) il 2,1% e UBI Banca (IT0003487029) il 4,9%.
Saipem (IT0000068525) ha guadagnato il 4,5% sull’aspettativa di nuovi contratti da parte dell’Iran.
Gli esportatori hanno beneficiato della debolezza dell’euro. Buzzi Unicem (IT0001347308) ha guadagnato il 4,5% e Fiat Chrysler (NL0010877643) il 3,4%.
Mediaset (IT0001063210) ha guadagnato l’1%. Secondo il “Corriere della Sera” un gruppo di soci storici con il 15% potrebbe affiancare la Fininvest della famiglia Berlusconi per fronteggiare la scalata di Vivendi (FR0000127771).
Fuori dal paniere principale Parmalat (IT0003826473) ha guadagnato un ulteriore 1,2% e chiuso a quasi 3 euro. Una parte del mercato scommette che i francesi di Lactalis aumenteranno il prezzo dell’Opa totalitaria sulla compagnia alimentare italiana.
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