Nei primi undici mesi del 2016 le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) sono risultate 5.323.000, con una riduzione di 320.000 unità rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno (-5,7%). È quanto emerge dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps. L’istituto indica che nel dato sono comprese anche le assunzioni stagionali (510.000).
Il rallentamento del mercato del lavoro ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: -547.000, pari a -32,3% rispetto ai primi undici mesi del 2015. L’Inps osserva a che il calo è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate in relazione alla contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-34,8%).
Per i contratti a tempo determinato, nei primi undici mesi del 2016, si registrano 3.451.000 assunzioni, in aumento del 6,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le assunzioni con contratto di apprendistato sono cresciute del 27,5%.
Quanto alle cessazioni, complessivamente risultano diminuite del 4%. La riduzione è più consistente per i contratti a tempo indeterminato (-7%) che per quelli a tempo determinato (-1%). Tra le singole tipologie delle cessazioni, i licenziamenti complessivi relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari a 562.000, risultano in modesto aumento rispetto al 2015 (540.000)
Per quanto riguarda i buoni lavoro, nel 2016 sono stati venduti 133,8 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al 2015, pari al +23,9%. L’Inps indica che la crescita dei voucher venduti, calcolata rispetto al corrispondente mese del 2015, ha subito, in particolare da ottobre 2016, una significativa flessione: per il mese di dicembre si è attestata su valori prossimi allo zero, in quanto il numero dei voucher venduti (11,5 milioni) risulta sostanzialmente equivalente a quello di dicembre 2015 (11,4 milioni).
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