UBI Banca (IT0003487029) ha comunicato di aver chiuso il 2016 con una perdita di €830,2 milioni contro l’utile di €116,8 milioni registrato nel 2015. La banca bergamasca indica che il risultato include gli impatti degli oneri previsti per l’attuazione del Piano Industriale contabilizzati “up front” a partire da giugno 2016 (circa €850 milioni netti), i contributi straordinari al Fondo di Risoluzione (€50,4 milioni netti) e la svalutazione del Fondo Atlante (€52,9 milioni netti).
Al netto degli impatti del Piano Industriale e delle poste straordinarie, il 2016 si è chiuso con un utile normalizzato di €111,6 milioni (€189 milioni nel 2015), che sconta una riduzione significativa dell’apporto della finanza e maggiori contributi ordinari al Fondo di Risoluzione e al Deposit Guarantee Scheme per €33,2 milioni.
I proventi operativi si sono attestati lo scorso anno a €3,1 miliardi (-7,5% sul 2015), il margine di interesse a €1,5 miliardi (-8,2%), le commissioni nette a €1,33 miliardi (+2,7% anno su anno) e il risultato dell’attività finanziaria a €153,7 milioni (-47,1%). Gli oneri operativi sono scesi dell’1% a €2,2 miliardi, per un rapporto cost/income salito al 69%.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il Cet1 fully loaded è sceso leggermente all’11,22%, da 11,28% in settembre e non include ancora l’effetto della deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti (+40 punti base).
Il consiglio di amministrazione di UBI Banca proporrà la distribuzione di un dividendo da €0,11 per azione, in linea con quello dello scorso anno.
Il risultato netto normalizzato del 2017 è atteso in importante crescita, anche favorito dall’anticipata conclusione del progetto “Banca Unica”.