L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha rivisto leggermente al rialzo le sue stime sull’economia italiana. L’istituzione con sede a Parigi si attende ora per il 2016 un aumento del PIL italiano dello 0,9% e per il 2017 dell’1%. Si tratta, per i due anni, di un miglioramento di 0,1 punti percentuali rispetto al “Global Economic Outlook” di novembre. La stima per il 2018 è stata confermata a +1%.
L’OCSE indica che l’economia italiana ha beneficiato della politica monetaria accomodante, del calo dei prezzi delle materie prime e delle riforme lanciate dal governo. Gli esperti avvertono tuttavia che, dopo la lunga e profonda recessione, la ripresa è debole e la produttività continua a diminuire.
Nel suo rapporto annuale sull’Italia, l’OCSE osserva che il risultato del referendum, che ha condotto alla caduta del governo Renzi, ha aumentato le incertezze politiche. A causa del “no” il processo di riforme potrebbe rallentare, riducendo le prospettive di crescita e rendendo più difficile il risanamento dei conti
Senza contare, aggiunge l’OCSE, che nuove turbolenze sui mercati finanziari dell’Eurozona e le difficoltà del sistema bancario potrebbero spingere verso l’alto lo spread, aumentando il costo di finanziamento del debito e rendendo necessaria una stretta sul bilancio.
Tra gli altri potenziali rischi l’OCSE cita un calo della crescita del commercio internazionale, un inasprimento della crisi dei rifugiati e un aumento dei prezzi dell’energia.
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