In Italia si è registrato un atteso calo degli ordini e del fatturato: una flessione in misura non certo irrilevante, e che ha fatto seguito al balzo di fine anno scorso. Come anticipato, si tratta tuttavia di un movimento atteso, considerato che – come peraltro già avvenuto in riferimento alla produzione industriale e all’export – la volatilità a cavallo d’anno è dovuta a elementi ben noti, come la correzione dei giorni lavorativi derivante la particolare distribuzione delle festività.
Più nel dettaglio, gli analisti macroeconomici hanno comunque dovuto fare i conti con una flessione del 3,5% m/m del fatturato, sulla scia del -5,4% m/m sul mercato estero e del -9,2% m/m sui beni durevoli, e ancora del -5,1% m/m sui beni strumentali: l’unico tra i principali raggruppamenti di industrie a non chiudere in calo nel mese di gennaio è l’energia (+3,5% m/m).
Passando invece alla contrazione degli ordini (-2,9% m/m), la ragione è “geograficamente” opposta, considerato che è dovuta al mercato interno (-6,6% m/m), a fronte di una crescita delle commesse dall’estero (+2,6% m/m). Su base annua, sia il fatturato che gli ordini mantengono un forte incremento, pari a oltre l’8%, che tuttavia è amplificato dal maggior numero di giorni lavorativi. Qui l’unico settore che mantiene un tasso di crescita a due cifre sia per il fatturato che per gli ordini è il settore farmaceutico. Tassi di crescita tendenziali molto positivi si registrano anche per i mezzi di trasporto, per il settore chimico e per il settore metallurgico. Calano invece del -15,8% a/a gli ordinativi per l’elettronica.
Complessivamente, i dati sono tradizionalmente volatili nel periodo in esame, e sarà pertanto opportuno rilanciare delle valutazioni più attente dopo aver a disposizione gli indicatori relativi a febbraio e marzo.
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