Alla Borsa di Milano l’elezione di Trump è certamente piaciuta. E’ questo il dato che emerge andando a guardare ai grafici relativi all’andamento delle borse europee e impostando, come periodo di riferimento, l’intervallo compreso tra l’elezione di Trump e il 31 marzo scorso.
Dall’elezione di Trump, il Ftse Mib ha messo a segno una progressione del 23,7% imponendosi come il migliore indice di borsa del Vecchio Continente. Volendo allargare il discorso possiamo affermare che il mercato italiano è quello che ha più apprezzato l’affermazione del candidato repubblicano alle recenti elezioni presidenziali americane.
Il dato è emerso in una approfondiota analisi che è stata realizzata da broker Intermonte. Seconco l’Advisory, il Ftse Mib ha letteralmente staccato le altre borse europee. Nella classifica degli indici azionari di riferimento che hanno guadagnato di più dal giorno dell’elezione di Trump, balza subito all’occhio l’enorme divario esistente tra la maglia rosa Milano e il Dax della Borsa di Francoforte che pure ha messo a segno un rialzo del 16,6% dal giorno dell’elezione di Trump. Al terzo posto, per finire, troviamo l’EuroStoxx 50 Pr con un aumento del 16,6%.
Davvero significativo il fatto che il Ftse Mib italiano ha fatto addirittura meglio dell’S&P 500 americano il cui guadagno di è fermato ad un più contenuto +13,1%.
Se andiamo a guardare al dettaglio dei singoli titoli che a Piazza Affari hanno messo a segno rialzi più consistenti dal giorno dell’elezione di Trum, è possibile avere un’idea della ragione alla base del rally del Ftse Mib.
Tra i primi 10 titoli, infatti, ben 4 sono riconducibili alla galassia del Lingotto. Più nel dettaglio, Fiat Chrysler Automobiles ha registrato un balzo del 68,5%, Ferrari ha messo a segno un rialzo del 50,5% e Cnh Industrial ha guadagnato il 38,5%. A completare l’ottima performance del Lingotto è stata poi la holding Exor con una progressione del 35,3%.
Il dato che emerge da queste quotazioni è molto chiaro: il settore automobiles italiano ha tratto vantaggio dall’affermazione di Trump in Usa. Anche i motivi alla base del trend ribassista che ha caratterizzato la galassia del Lingotto sono di facile intuizione. I forti acquisti, infatti, vanno inquadrati nella politica fiscale della nuova amministrazione Usa tesa a favorire le case automobilistiche che producono direttamente in Usa.
In questo contesto, Fiat Chrysler Automobiles ha già annunciato che farà la propria parte partecipando a quello che, a tutti gli effetti, può essere definito come un cambio di rotta epocale nelle politiche economiche degli Stati Uniti.
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