Dopo due settimane di attesa dopo l’approvazione nel Consiglio dei ministri, la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro è finalmente arrivata. Con qualche “scusa”: i ritardi – afferma Padoan, che più volte ha rimandato l’appuntamento – sono infatti da imputare alla complessità del provvedimento.
A proposito, Padoan ha colto l’occasione di rispondere all’agenzia di rating Fitch, che ha recentemente declassato il nostro Paese conducendolo a un livello poco sopra la soglia in cui iniziano i veri problemi. Il ministro dell’Economia ha infatti replicato a Fitch dichiarando di non accettare la parola “fallimento” sul debito, che è stata pesantemente utilizzata dall’agenzia per poter giustificare le motivazioni del declassamento dell’Italia. Il ministro ha tuttavia avuto anche modo di supportare alcune convinzioni dell’agenzia, avvertendo ad esempio che sulla ripresa pesano più i rischi politici che i rischi economici.
“A me sembra che non ci sia nulla di nuovo dal punto di vista economico, non è successo niente di nuovo che giustifichi un peggioramento della situazione, né della dinamica del debito, che anzi sta scendendo, né dalla situazione delle banche che non è sicuramente peggiorata in questo periodo. Il giudizio riguarda la politica e il rischio di instabilità, non l’economia” – sono state le parole di Padoan, che ha poi segnalato come l’orizzonte del governo è la scadenza naturale della legislatura, prevista per il prossimo anno.
Padoan è poi tornato a parlare di debito segnalando che si è stabilizzato e sta iniziando a calare (anche se gradirebbe una diminuzione più rapida) e precisando inoltre che la fiscal stance italiana è tra le più rigide (da anni c’è un surplus). In ogni caso, Padoan ammette che la ripresa economica è comunque troppo lenta, dimostrandosi fiducioso che la situazione subirà un concreto miglioramento soprattutto nel 2018 e nel 2019.
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