Il possibile (e sempre più probabile) anticipo della data delle elezioni politiche italiane sembra preoccupare qualche analista ma, probabilmente, lo sta facendo in misura eccessiva rispetto a quello che potrebbe divenire il futuro scenario.
In particolar modo, è bene rammentare come il potenziale appuntamento anticipato non dovrebbe influenzare il processo di riforme, che tanto stava già risentendo del “tipico” clima di fine legislatura. Quel che invece potrebbe subire un impatto più o meno negativo è il processo di budget: anche se nessuno lo afferma in modo esplicito, dalle parti dell’esecutivo, è intuibile come in maniera implicita il disegno del budget 2018 sarà lasciato al nuovo governo e al nuovo parlamento, e che pertanto qualsiasi proposta sarà fatta dal governo uscente prima del 15 ottobre (ovvero, la scadenza prevista dal calendario europeo), il budget avrebbe uno scarso valore se dalle urne uscisse una maggioranza diversa da quella che sostiene l’esecutivo attuale.
L’unica alternativa – per quanto difficilmente percorribile – sarebbe quella di concordare il budget con le opposizioni, ammesso che vi sia un simile margine di collaborazione (arduo). In altri termini, quel che dovrebbe accadere è che il budget 2018 sarà definito molto più tardi del solito. È inoltre possibile che se si desidera evitare l’incremento delle aliquote IVA che dovrebbe scattare a inizio 2018 (e che rappresenta lo spauracchio maggiore in termini di effetti negativi sui consumi), dovrà comunque essere trovata e approvata una copertura alternativa, attualmente di difficile individuazione, ma almeno parziale al fine di rinviare il problema di qualche mese fino all’insediamento del nuovo governo.
A proposito di nuovo governo, la legge elettorale in corso di maturazione rende difficile pensare che una singola forza politica possa disporre della maggioranza assoluta. Lo scenario centrale che pertanto si sta profilando – a meno che non si riesca a inserire nel progetto di legge un premio di maggioranza consistente, e peraltro a rischio incostituzionalità – è quella di una alleanza tra due forze.
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