L’ultima lettura del dato sul PIL, relativo al 1° trimestre 2017, ha fornito una corposa e sorprendente revisione verso l’alto: l’Istat ha infatti certificato come la produzione interna lorda del nostro Paese sia cresciuta di 0,4% sul trimestre nel primo quarto dell’anno, il doppio rispetto alla precedente lettura, e in accelerazione rispetto al +0,3% del 4° trimestre 2016.
Come conseguenza delle revisioni di cui sopra, la crescita su base tendenziale è stata rivista verso l’alto di ben quattro decimi, a 1,2% dalla precedente stima di 0,8% e da 1,1% a fine 2016. Il livello così conseguito è un record da quasi 6 anni a questa parte, ed è stato ottenuto grazie a un contributo migliore delle attese dei consumi, a fronte di un contributo negativo sia dagli investimenti che dal commercio estero.
Al di là della ripetibilità del dato (ci sono numerosi dubbi), la significativa revisione del profilo del PIL tra la fine dello scorso anno e l’inizio di questo non può non avere impatto sulla crescita media annua attesa per l’intero 2017. La crescita acquisita è ora allo 0,9%: uno scenario che permetterà al nostro Paese, anche nell’ipotesi di andamenti economici non particolarmente brillanti nei restanti trimestri, di poter celebrare un consuntivo di fine esercizio probabilmente al di sopra dell’1%, per una condizione che potrebbe indurre la previsione di crescita inserita nei documenti di finanza pubblica al rialzo verso l’1,1%.
Ad ogni modo, il fatto che la crescita sia determinata da un anomalo contributo delle scorte, sta inducendo gli analisti alla massima cautela circa le stime di crescita per il trimestre in corso, per il momento fissate tra lo 0,2% e lo 0,4% su base trimestrale nel prosieguo dell’anno.
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