A2A ha annunciato di aver chiuso il primo semestre del 2017 con un miglioramento della marginalità oltre le attese dei principali analisti finanziari. Stando a quanto diramato dalla stessa compagine, infatti, l’EBITDA si è attestato a 649 milioni di euro, in crescita su base annua del 6 per cento, e dunque al di sopra delle principali stime di consenso.
Peraltro, A2A ha altresì affermato di aver registrato ricavi in aumento del 25,6 per cento rispetto allo stesso periodo 2016, pari a 2,92 miliardi di euro, ad un livello anch’esso superiore alle attese dei principali analisti di mercato; il dato sembra essere stato in grado di percepire positivamente l’aumento dei ricavi della vendita di energia elettrica e gas sul mercato all’ingrosso, a cui si è aggiunto anche un rialzo dei prezzi di mercato.
Di contro, è pur vero che il conto economico si chiude con un utile netto che è sceso nei primi sei mesi dell’anno a 157 milioni di euro, in flessione del 38,2 per cento su base annua, quale principale determinante del fatto che il dato 2016 era comprensivo di una plusvalenza pari a 52 milioni di euro, e dunque di un elemento non ripetibile che ha “gonfiato” i risultati di confronto. A questa, peraltro, si aggiunge la parziale scissione di Edipower e la svalutazione per 95 milioni di euro degli asset Epcg registrata nel primo semestre del 2017.
Se non si tiene conto di tali poste straordinarie, l’utile netto si sarebbe attestato a 252 milioni di euro con un progresso su base annua del 19 per cento. In calo anche il debito netto a 3,047 miliardi di euro, ad un livello inferiore alle stime degli analisti.
Infine, ricordiamo come A2A abbia confermato i propri target per l’intero esercizio con un EBITDA compreso tra 1,165 miliardi di euro e 1,185 miliardi di euro, nonostante il venir meno del contributo di Epcg.
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