Le azioni Credito Valtellinese non riescono a fare prezzo su Borsa Italiana oggi. La quotazione Creval ha aperto gli scambi a 1,73 euro senza poi trovare una stabilizzazione. Dopo oltre due ore dall’avvio delle contrattazioni, il titolo Creval regista quindi un ribasso teorico di oltre il 30% ma è ovvio che tutto questo abbia una valenza puramente teorica in quanto quello che preoccupa davvero è ciò che succederà al Credito Valtellinese nei prossimi giorni.
I traders che ieri hanno fiutato un possibile tracollo della quotazione Creval me si sono sbarazzati del titolo lo hanno fatto perchè convinti che la quotazione sarebbe andata a picco ma probabilmente non aveva neppure loro previsto un calo di questa entità. Nonostante il Credito Valtellinese non faccia parte del Ftse Mib, su Borsa Italiana oggi l’attenzione è comunque tutta rivolta a questa banca che opera nella lontana Valtellina e che si trova a fare i conti con una situazione decisamente complessa.
Se tanti traders stanno vendendo oggi azioni Creval in modo così massicio, è perchè nessuno, neppure tra i più scaltri e strategici investitori, poteva immaginare che l’aumento di capitale deciso dal consiglio di amministrazione della banca sarebbe arrivato fino a 700 milioni di euro. Ieri, infatti, le indiscrezioni facevano riferimento a una ricapitalizzazione da 500 milioni di euro il cui spettro era comunque bastato a mandare a picco la quotazione Creval.
Il fatto è che, almeno oggi, tutto fanno fatica a vedere un rilancio del Credito Valtellinese. La reazione, comunque, è soprattutto di ordine psicologico e non è escluso che la quotazione Creval possa tornare a salire prossimamente. Su Borsa Italiana oggi, però, domina il più totale pessimismo.
Secondo gli analisti di Equita sim, “i target fissati nel piano industraile del Creval (10,6% Npe ratio già al 2018 dal 21%) confermano la necessità di accelerare il derisking”. Per gli esperti della sim milanese il piano industriale di Credito Valtellinese, basato, tra gli altri punti anche sul citato aumento di capitale da 700 milioni di euro, ha il merito di “realizzare “un dersiking molto aggressivo ed accelerato. Infatti è prevista una riduzione tramite cessione dell’Npe ratio già al 2018 dal 21% al 10%, con Cet all’11%. E’ inoltre previsto un aumento del coverage degli Npl al 2018 al 74% (dal 62%) e al 45% (dal 37%) per gli Utp (Unlikely to pay)”. Più in generale, prosegue Equita, i target di Creval “confermano la pressione del regulator per accelerare il derisking dei player maggiormente esposti agli Npe”.
Dalle indicazioni contenute nell’analisi di Equita sembra trasparire una speranza che il Credito Valtellinese, grazie proprio a questo piano che oggi viene giudicato duro e viene guardato con diffidenza dai traders, possa essere rimesso in sesto. La strada da compiere, comunque, non è affatto breve. Questa è una premessa che tutti i traders che hanno scelto e scglieranno di investire in azioni Creval anche attraverso il trading di CFD, dovranno tenere in debita considerazione. Per avere una dimensione di quello che sta avvenendo e che avverà si deve considera anche il taglio di target price che il Creval ha subito su Borsa Itaiana oggi ad opera di due broker. Gli analisti di Intermonte hanno infatti confermato il rating neutral su Creval tagliando il target price a 2,15 euro mentre quelli di Equita hanno ribadito il rating hold con prezzo obiettivo rivisto al ribasso a quota 2,3 euro. La grande incertezza sulle prospettive della quotazione Creval è dimostrata anche dalla decisione degli esperti di banca Akros di mettere sotto revisione il giudizio vantato sul Credito Valtellinese.
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