Nella seduta di ieri Banca Carige ha mandato in porto una sessione piuttosto incerta, tanto che alla fine delle operazioni le azioni dell’istituto di credito ligure sono rimaste praticamente invariate poco sopra 0,01 euro. A risaltare maggiormente è in verità il crollo dei diritti relativi all’aumento di capitale, franati del 70% a 0,0012 euro.
Ricordiamo in tal proposito che già nella giornata del 29 novembre i diritti erano sprofondati del 50%, raggiungendo il prezzo di 0,004 euro alla fine della sessione, sempre a fronte di una sostanziale stabilità nelle quotazioni delle azioni della banca genovese condotta da Paolo Fiorentino.
Peraltro, il prezzo delle quotazioni delle azioni dell’istituto di credito si sono sempre mantenute di un soffio superiore al prezzo di sottoscrizione dei nuovi titoli in sede di aumento di capitale, con il diritto che forniva infatti la possibilità di sottoscrivere 60 nuovi titoli a 0,01 euro l’uno per ogni azione posseduta.
Ma che informazione è possibile trarre da quanto sopra?
Criticamente, è ben lecito immaginare che i diritti sono stati abbondantemente offerti e venduti, segnalando probabilmente che gli attuali soci hanno voluto liberarsene per sottoscrivere le nuove azioni.
Oggi sarà dunque importante capire con maggiore calma, rispetto alle flash news di ieri sera, che cosa è accaduto e comprendere in particolar modo che cosa hanno fatto i piccoli azionisti, che all’interno del capitale sociale della banca rappresentano circa la metà delle quote.
In essi, sarà poi importante cercare di capire che cosa faranno i soci liguri, che pesano per oltre il 70% della compagine, e che negli anni hanno sempre dato fiducia all’istituto di credito della loro regione. Ma cosa faranno adesso?
Lo scopriremo tra breve, dando un’occhiata alle quotazioni dei titoli Carige…
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