azioni Eni

Giornata disastrosa per il titolo Eni. A partire da metà seduta in poi, le azioni del Cane a Sei Zampe sono state al centro di vendite molto forti che hanno spinto i prezzi fino ad un minimo intraday a quota 11,46 euro. Quando manca poco più di un’ora alla chiusura delle contrattazioni, Eni evidenzia un ribasso del 4,6 per cento attestandosi a 11,66 euro.

Considerando che il Ftse Mib nel suo complesso registra una performance negativa dello 0,8 per cento, è evidente che alla base del crollo di Eni su Borsa Italiana oggi ci siamo ragioni che riguardano solo il titolo del Cane a Sei Zampe. In questo post analizzeremo proprio i motivi alla base del crollo odierno della quotata. Tra l’altro, come si può anche vedere dal grafico in basso, la flessione di Eni impatta anche sulla performance del titolo a un mese.

A causa del crollo di oggi, il colosso del settore petrolifero ha annullato il rialzo messo a segno nell’ultimo mese (adesso la variazione è leggermente negativa). Su base annua, invece, Eni continua ad essere in progressione del 12 per cento. Prima di scendere nel dettaglio dell’argomento, ricordiamo ai nostri lettori che anche quando un titolo è in rosso, è comunque possibile investire. Tutto ciò grazie ai broker CFD che consentono di fare short trading ossia al ribasso. Per imparare ad operare con la strategia short è fondamentale fare pratica e proprio a tal riguardo segnaliamo che il broker eToro mette sempre a disposizione un conto demo gratuito da 100mila euro che può essere usato per esercitarsi senza correre il rischio di rimettersi soldi veri.

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Perchè Eni oggi crolla? Cattive notizie sul fronte extraprofitti

C’è la questione degli extra profitti dietro al crollo odierno di Eni. Il colosso oil ha infatti rifatto il calcolo sull’ammontare dovuto come extraprofitto a seguito delle circolari dell’Agenzia delle Entrate che hanno puntualizzato quelli che sono gli esatti termini del prelievo deciso dal governo Draghi nell’ambito dei decreti Energia e Aiuti varati per finanziare le misure anti-rincari. 

Alla luce del ricalcolo, il contributo che è dovuto da Eni come extraprofitto sale da 550 milioni a 1,4 miliardi complessivi. Praticamente il balzello a carico del Cane a Sei Zampe risulta essere triplicato e questa è ovviamente una notizia negativa per il titolo.

Ricordiamo che con tassa sugli extraprofitti si intende il balzello ad hoc a carico delle aziende energetiche per finanziare un fondo per l’attuazione di misure il cui obiettivo è alleggerire l’impatto dei rialzi di luce e gas. In base alle intenzioni dell’esecutivo le imprese interessate avrebbero dovuto versare un acconto del 40 per cento entro il 30 giugno e quindi il saldo a fine novembre. Alla prima data di scadenza, però, solo poche imprese hanno effettuato il pagamento della tassa tanto che lo Stato è riuscito ad incassare poco più di 1 miliardo contro i 4,2 miliardi stimati. Alla luce di questa defezione di massa, il governo ha quindi deliberato una stretta con il Dl aiuti bis introducendo una sorta di percorso in due tappe con sanzioni ridotte per le imprese che regolarizzano il dovuto entro il 31 agosto 2022.

Come investire sul titolo Eni oggi

Il crollo delle azioni Eni ci consente di affrontare una questione delicata: come investire in questi casi? Le strade a disposizione del trader sono due: se le prospettive del titolo sono positive, si può approfittare del calo per comprare a prezzi bassi puntando su un riapprezzamento futuro. Se invece le prospettive sono incerte allora non è da esclude che i prezzi dell’asset possano calare ancora. In questo secondo caso si può operare con lo short trading.

Entrambe le strade possono essere seguite investendo con un broker che offre molti strumenti per operare come è il caso di eToro. Tra l’altro questo fornitore consente di fare trading online sulle azioni con un deposito minimo di soli 50 dollari (vai sul sito ufficiale per scoprire tutto).

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