Dopo aver analizzato quali possano essere le aspettative che regnano a Wall Street sull’esito della battaglia elettorale del 2 novembre, cerchiamo ora di dare qualche indicazione su alcuni titoli o settori che potrebbero essere considerati come favoriti o meno dall’elezione di uno o dell’altro candidato. Ripetiamo ancora una volta che si tratta di indicazioni di carattere generale e basate su impressioni circa i settori favoriti e, nell’ambito di questi, su alcuni titoli che potrebbero, più di altri essere influenzati dalla vittoria democratica o repubblicana.
Tra i settori che dovrebbero beneficiare di una rielezione di George W. Bush c’è certamente quello farmaceutico. Kerry potrebbe infatti decidere di regolare i prezzi dei farmaci che vengono rimborsati dalle assicurazioni statali. Il candidato democratico è inoltre favorevole all’importazione di medicinali a basso prezzo, soprattutto dal Canada. Tali provvedimenti peserebbero fortemente sui margini di guadagno delle imprese del comparto. Per questi motivi i titoli farmaceutici hanno reagito già negli scorsi mesi negativamente tutte le volte che i sondaggi hanno dato come favorito Kerry. Tra i singoli titoli segnaliamo in particolare Bristol-Myers Squibb (US1101221083) e Merck (US5893311077). La loro valutazione è al momento storicamente molto bassa. Una vittoria di Bush potrebbe aiutare Merck a superare la crisi dopo il ritiro dal mercato del farmaco antiartrite Vioxx.
Il settore della difesa e aerospazio è sicuramente tutto per il candidato repubblicano. Sotto il Governo di Bush junior il comparto ha raggiunto margini di crescita che non registrava dai tempi di Reagan. Bush ha aumentato la spesa militare di ben $100 miliardi. Al momento un sesto del budget americano è indirizzato alla difesa. Per l’anno fiscale 2004-2005 è previsto un ulteriore aumento del 7% a $401,7 miliardi, senza contare le spese per la guerra in Iraq che dovrebbero ammontare ad almeno $50 miliardi all’anno. La politica di Bush ha già messo le ali ai titoli del settore. L’Amex Defense ha raggiunto negli scorsi mesi un record storico dopo l’altro ed ha registrato negli ultimi quattro anni una performance nettamente migliore dei principali indici di borsa statunitensi. I titoli dei giganti del settore quali Lockheed Martin (US5398301094), Raytheon (US7551115071), Northrop Grumman (US6668071029) e Boeing (US0970231058) dovrebbero festeggiare una rielezione di Bush. Segnaliamo inoltre Titan (US8882661031) e L-3 Communications (US5024241045), aziende leader nello sviluppo e produzione di apparecchiature e sistemi di comunicazione per la difesa che hanno tratto forti vantaggi dalla guerra in Iraq. Titan è stata coinvolta tra l’altro nello scandalo relativo alla prigione di Abu Ghraib per aver messo a disposizione delle truppe americane sistemi di traduzione e tecnologie di sorveglianza.
Un altro settore che si augura fortemente una rielezione di Bush è naturalmente quello petrolifero. La famiglia Bush appartiene dagli anni cinquanta all’oligarchia americana del petrolio. Come il padre anche Bush junior ha fatto prima carriera nell’industria petrolifera per passare in seguito alla politica. Il vicepresidente Dick Cheney è stato a lungo CEO di Halliburton (US4062161017), una delle maggiori società di servizi di ingegneria petrolifera. Non bisogna quindi stupirsi se anche questa volta i maggiori finanziamenti elettorali per Bush sono arrivati dai giganti del petrolio. L’invasione dell’Afghanistan, la guerra in Iraq e le connesse tensioni internazionali hanno contribuito a far esplodere il prezzo dell’oro nero apportando favolosi profitti alle imprese americane del settore. In caso di rielezione Bush si mostrerà sicuramente di nuovo molto grato nei riguardi della lobby petrolifera e favorirà i suoi interessi. I colossi della produzione Exxon Mobil (US30231G1022) e ChevronTexaco (US1667641005) e quelli dell’ingegneria petrolifera Schlumberger (AN8068571086) e Baker Hughes (US0572241075) sarebbero tra i primi beneficiatari. L’investitore di natura più speculativa dovrebbe tenere d’occhio Nabors Industries (BMG6359F1032) e Patterson-UTI Energy (US7034811015). Bush sostiene la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti di petrolio e gas naturale anche in zone protette in Alaska. Le due società dovrebbero essere in prima linea in eventuali progetti di esplorazione e perforazione in questa aerea.
Infine un accenno al settore finanziario. Qui ciò che conta di più è l’esito della battaglia dal punto di vista della maggioranza nel Congresso. In caso di vittoria di Kerry ma prevalenza nelle Camere dei repubblicani, probabilmente gli effetti sarebbero una relativa indipendenza del settore economico dall’intervento statale e, forse, una dinamica della crescita più forte con conseguente aumento dei tassi e maggiori utili per le aziende del comparto. Tra le compagnie comunque più vicine a Bush segnaliamo J.P. Morgan Chase & Co. (US46625H1005) e Merrill Lynch (US5901881087).
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