Mercati USA: Cosa attendersi questa settimana

Un laptop mostra un grafico

I mercati azionari statunitensi hanno iniziato il 2006 in maniera brillante. Il Dow Jones ha guadagnato durante la prima settimana dell’anno il 2,2%, l’S&P 500 il 3% e il Nasdaq Composite ben il 4,5%. Il rapporto della Federal Reserve (Fed minutes) sulla sua riunione del 13 dicembre, pubblicato martedì scorso, ha indicato che il ciclo di rialzi dei tassi d’interesse potrebbe presto finire. La notizia ha sorpreso i mercati che hanno reagito euforicamente. Secondo alcuni osservatori la Fed potrebbe mettere ora temporaneamente fine alla sua restrittiva politica monetaria già dopo la seduta del prossimo 31 gennaio. Il clima sui mercati è al momento molto positivo. Alcuni analisti hanno richiamato durante i giorni scorsi l’attenzione anche sul fatto che la prima settimana dell’anno ha dato spesso, in passato, delle importanti indicazioni sull’ulteriore andamento dei listini. Nei casi di una partenza in rialzo nel 70-80% dei casi gli indici azionari americani hanno potuto chiudere in seguito l’intero anno borsistico positivamente. Alcuni dati macroeconomici e le trimestrali in programma questa settimana potrebbero aumentare ulteriormente l’ottimismo degli investitori. Non bisogna dimenticare però i fattori negativi. Il prezzo del petrolio ha chiuso venerdì scorso a New York ai massimi degli ultimi tre mesi a $64,21 al barile (vedi la nostra pagina dedicata alle quotazioni del petrolio e dei principali titoli petroliferi: Borsainside petrolio). Le quotazioni dell’oro nero dovrebbero rimanere perciò anche questa settimana sotto i riflettori.
Sul fronte macroeconomico oggi è atteso l’annuncio del dato di novembre sui crediti al consumo (Consumer Credit) mentre domani verrà comunicato il dato sulle scorte dei grossisti (Wholesale Trade).
Giovedì è in programma il dato sulla bilancia commerciale (Trade Balance). Secondo le stime degli economisti il deficit commerciale degli USA dovrebbe essere diminuito a novembre dai $68,9 miliardi di ottobre a $65,9 miliardi. Oltre al consueto rapporto settimanale sulle richieste di sussidi alla disoccupazione (Jobless Claims) giovedì sono attesi anche i dati di dicembre sui prezzi alle importazioni ed esportazioni (Import and Export Prices).
Venerdì saranno comunicati i dati più importanti della prossima settimana borsistica: il dato sulle scorte di magazzino delle imprese (Business inventories), le vendite al dettaglio (Retail Sales) e l’indice dei prezzi alla produzione (PPI, Producer Price Index), uno dei principali indicatori per poter valutare l’andamento dell’inflazione negli USA. Per quanto riguarda le scorte di magazzino delle imprese le previsioni sono di un aumento dello 0,4%. Dopo essere aumentate a novembre di solo lo 0,3% le vendite al dettaglio dovrebbero aver registrato lo scorso mese una crescita dello 0,9%. Le stime sul PPI sono di un aumento a dicembre dello 0,4%. L’indice era calato a novembre dello 0,7% a causa del forte ribasso del prezzo del petrolio e dei suoi derivati. Il core PPI, l’indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, dovrebbe essere aumentato dello 0,2%. A novembre il core PPI era cresciuto dello 0,1%. Se l’indice dei prezzi alla produzione dovesse indicare che l’inflazione continua a restare sotto controllo, allora i mercati potrebbero reagire molto positivamente.
Sul fronte societario oggi inizia con la trimestrale di Alcoa (US0138171014) la nuova “earnings season”. Durante le prossime settimane gli investitori si dovranno confrontare perciò con un’ondata di dati. Per quanto riguarda i titoli delle imprese contenute nell’indice S&P 500 le previsioni sul quarto trimestre 2005 sono di una crescita media degli utili del 14% rispetto allo stesso periodo del 2004. Oltre alla trimestrale di Alcoa sono pochi i dati di bilancio in programma questa settimana. Per domani segnaliamo l’annuncio dei risultati da parte del colosso del biotech Genentech (US3687104063) e della grande impresa indiana dei servizi IT Infosys (US4567881085).

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