La scorsa settimana il Dow Jones ha perso lo 0,9%, l’S&P 500 lo 0,6% ed il Nasdaq Composite l’1,1%. Sui listini hanno pesato soprattutto i timori relativi ad un possibile eccessivo rallentamento dell’economia statunitense. I dati di luglio sulle vendite di case esistenti (Existing Home Sales) e sulle vendite di nuove case (New Home Sales) sono risultati essere infatti al di sotto delle attese degli economisti. Gli investitori temono ora che la Fed possa aver esagerato con la sua serie di rialzi di tassi d’interesse e che il consumo negli USA possa calare più del dovuto. Secondo quanto ha dichiarato martedì scorso Michael Moskow, il Presidente della Federal Reserve di Chicago, i rischi inflazionistici sarebbero però più alti di quelli di un possibile forte rallentamento dell’economia. Il FOMC potrebbe alzare perciò ancora i tassi d’interesse per tenere sotto controllo l’aumento dei prezzi. Le parole di Moscow hanno disorientato gran parte del mercato che dopo i dati di luglio sull’inflazione aveva dato quasi per scontata la fine della restrittiva politica monetaria della Fed e aveva rivolto ormai la sua attenzione, come spiegato, sulla salute della locomotiva economica americana. La pioggia di dati macroeconomici che verranno pubblicati questa settimana dovrebbe fare maggiore chiarezza. Mentre oggi non è in programma alcun evento macroeconomico domani i riflettori saranno puntati sull’indice di agosto sulla fiducia dei consumatori del Conference Board. Secondo le previsioni degli economisti l’indice sulla fiducia dei consumatori dovrebbe aver registrato un leggero calo questo mese: dai 106,5 punti di luglio a 103,7 punti. Se il calo dovesse essere stato più forte del previsto allora i mercati potrebbero reagire negativamente perchè i timori sull’andamento del consumo negli USA verrebbero confermati. Sempre domani è in programma l’annuncio del rapporto della Federal Reserve (Fed minutes) sulla sua riunione dello scorso 8 agosto.
Mercoledì il Dipartimento del Commercio comunicherà la sua seconda stima relativa al dato sulla crescita del PIL degli USA nel secondo trimestre. Gli economisti attendono una revisione al rialzo dal 2,5% della prima stima al 3%.
Giovedì sono attesi i dati di luglio sul reddito personale (Personal Income) e sulle spese per consumi (Personal Spending). Per quanto riguarda il rapporto sulle spese per consumi l’attenzione del mercato si concentrerà sull’indice PCE (Personal Consumption Expenditures), un indicatore particolarmente seguito dalla Fed per monitorare l’inflazione. A giugno il core PCE, l’indice dei prezzi per le spese al consumo depurato dalle più volatili variazioni dei costi del cibo e dell’energia, aveva registrato da anno ad anno la sua più forte crescita dall’aprile 1995. Giovedì verranno comunicati inoltre il dato di luglio sugli ordinativi all’industria (Factory Orders) e l’indice dei direttori d’acquisto dell’area di Chicago (Chicago PMl) per il mese di agosto.
Venerdì sarà la giornata più intensa e più importante della settimana con l’annuncio dei dati sul mercato del lavoro, dell’indice ISM manifatturiero, del dato definitivo dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori ad agosto e del dato sulle spese per le costruzioni (Construction Spending). I dati di agosto sul mercato del lavoro potrebbe essere decisivi per avere un quadro più chiaro sia sulla salute dell’economia americana che sull’andamento dell’inflazione. Secondo le previsioni degli economisti nel settore non agricolo dovrebbero essere stati creati ad agosto negli USA circa 125.000 nuovi posti di lavoro (Nonfarm Payrolls). Dopo essere aumentato a luglio, a sopresa, al 4,8% il tasso di disoccupazione dovrebbe essere calato al 4,7%. Per quanto riguarda il salario orario medio (Average Hourly Earnings), un altro importante indicatore per l’andamento dell’inflazione, le stime sono di una crescita dello 0,3%. A luglio i posti di lavoro nel settore non agricolo erano aumentati di 113.000 unità mentre il salario orario medio era cresciuto dello 0,4%.
Oltre ai molti dati macroeconomici gli investitori guarderanno questa settimana con molto attenzione anche alle previsioni del tempo. Esattamente un anno dopo la catastrofe di Katrina durante il fine settimana si è formato nell’Atlantico il primo grande uragano di quest’anno, Ernesto, che potrebbe colpire il Golfo del Messico e le coste meridionali degli Stati Uniti. I timori legati ai possibili danni della nuova stagione degli uragani potrebbero far aumentare il prezzo del petrolio e mettere sotto pressione i mercati azionari.
Sul fronte societario sono solo una manciata le trimestrali in programma questa settimana a Wall Street. Domani presenterà tra l’altro i suoi dati di bilancio Novell (US6700061053), per mercoledì segnaliamo la trimestrale di Ciena (US1717791016) e per giovedì quelle di JDS Uniphase (US46612J1016), Heinz (US4230741039) e Tiffany (US8865471085).
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