La scorsa settimana il Dow Jones ha perso lo 0,6%, l’S&P 500 lo 0,9% ed il Nasdaq Composite l’1,3%. Nonostante il forte calo del prezzo del petrolio sui listini ha pesato il nuovo allarme inflazione. Mercoledì scorso il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che in base alle sue nuove stime i costi per unità di produzione sono aumentati nel secondo trimestre da anno ad anno del 4,9%. Il dato ha superato nettamente le previsioni degli economisti che avevano atteso in media un aumento di solo il 4,2%. Secondo le stime definitive del Dipartimento del Lavoro nel primo trimestre l’aumento dei costi per unità di produzione è stato inoltre di ben il 9%. Si è trattato della più forte crescita dal terzo trimestre del 2001. La notizia ha fatto riaumentare i timori degli investitori riguardo la politica monetaria della Fed. Il mercato teme che la Banca Centrale Americana possa riprendere ad alzare i tassi d’interesse per frenare la pressione inflazionistica, una misura che potrebbe indebolire ulteriormente l’economia USA. I profit warning lanciati la scorsa settimana da alcuni importanti costruttuori edili hanno confermato che il mercato immobiliare sta rallentando, una circostanza che potrebbe avere delle pesanti conseguenze sul consumo negli Stati Uniti e quindi sull’economia in generale. Per questi motivi sono particolarmente attesi questa settimana a Wall Street i dati di agosto sulle vendite al dettaglio (Retail Sales) e sui prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index) che verranno comunicati rispettivamente giovedì e venerdì. Per quanto riguarda le vendite al dettaglio le previsioni degli economisti sono di un calo dello 0,1%. Se il calo dovesse risultare essere stato di gran lunga maggiore del previsto allora i timori sulle prospettive dell’economia americana dovrebbero sicuramente aumentare. A luglio le vendite al dettaglio avevano ancora registrato un aumento dell’1,4%. Il CPI per agosto è il dato più importante della settimana borsistica che si apre oggi e potrebbe essere decisivo per le ulteriori mosse della Fed riguardo i tassi d’interesse. Secondo le stime degli economisti sia il CPI che il core CPI, l’indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, dovrebbero essere aumentati lo scorso mese dello 0,2%. Se i due dati dovessero corrispondere alle attese allora i mercati dovrebbero reagire positivamente. Gli investitori dovrebbero infatti interpretare un aumento dello 0,2% del CPI e della sua versione core come segno che la crescita dell’inflazione ha ormai superato il suo apice. Un aumento dello 0,3% del core CPI ad agosto dovrebbe invece condurre ad una reazione negativa del mercato perchè segnalerebbe che la pressione inflazionistica negli USA continua ad essere alta. Tra gli altri appuntamenti macroeconomici della settimana per domani è atteso il dato di luglio sulla bilancia commerciale (Trade Balance) e per mercoledì il dato di agosto sul budget pubblico (Treasury Budget). Giovedì oltre al dato sulle vendite al dettaglio verranno comunicati anche il dato di luglio sulle scorte di magazzino delle imprese (Business inventories) ed i dati di agosto sui prezzi alle importazioni ed esportazioni (Import and Export Prices). Venerdì non sarà solo la giornata più attesa della settimana ma anche la più intensa. Oltre all’annuncio del CPI è in programma infatti la pubblicazione del NY Empire State Index per settembre, dei dati di agosto sulla produzione industriale (Industrial Production) e sull’utilizzazione della capacità produttiva (Capacity Utilization) e dell’indice preliminare dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori per questo mese. Per quanto riguarda il NY Empire State Index, un importante indicatore per l’andamento del settore manifatturiero, le previsioni sono di una crescita dai 10,3 punti di agosto a 14 punti. Secondo le stime degli economisti anche l’indice Michigan dovrebbe aver registrato un aumento: dagli 82 punti di agosto a 83,5 punti a settembre.
Sul fronte societario sarà la settimana delle trimestrali dei principali broker americani. Domani comunicherà infatti i suoi dati di bilancio Goldman Sachs (US38141G1040), mercoledì Lehman Brothers (US5249081002) e giovedì Bear Stearns (US0739021089). Tra le altre trimestrali segnaliamo per domani quella di Best Buy (US0865161014), per mercoledì quella di Xilinx (US9839191015) e per giovedì quella di Adobe (US00724F1012).
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