La scorsa settimana i mercati azionari statunitensi hanno registrato una solida performance. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,5%, l’S&P 500 l’1,6% ed il Nasdaq Composite il 3,2%. I listini hanno beneficiato delle positive notizie arrivate dal fronte macroeconomico. L’indice di agosto sui prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index) ha corrisposto alle attese degli economisti ed ha ridotto i timori degli investitori riguardo l’andamento dell’inflazione. Allo stesso tempo il dato sulle vendite al dettaglio (Retail Sales) ha indicato che il rallentamento del consumo negli USA è, almeno per il momento, moderato e che quindi gli effetti negativi sulla crescita economica dovrebbero essere ancora limititati. I mercati azionari statunitensi sono stati sostenuti inoltre dall’ulteriore calo del prezzo del petrolio. Il future sul Crude ha perso la scorsa settimana il 4,4% ed ha toccato i suoi più bassi livelli dallo scorso marzo. Dai record storici di $78,40 al barile raggiungi il 14 luglio il Crude ha perso in poche settimane più del 19%. Il prezzo del petrolio sarà molto probabilmente anche uno dei temi dominanti di questa settimana. Se le quotazioni dell’oro nero dovessero infatti registrare una ripresa il sentiment degli investitori potrebbe peggiorare. Se d’altra parte la debolezza del prezzo del petrolio dovesse continuare allora questo fattore potrebbe sostenere ancora Wall Street. L’appuntamento più atteso della settimana borsistica che inizia oggi è la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee) in programma per mercoledì. Dopo gli ultimi positivi dati macroeconomici il mercato da per scontato che il comitato esecutivo della Fed lascerà per la seconda volta di fila i tassi d’interesse invariati. Per questo motivo l’attenzione degli investitori si concentrerà sul commento che accompagnerà la decisione del FOMC. In occasione della sua ultima riunione di agosto il FOMC aveva indicato che nonostante la crescita dei prezzi al consumo era diventata più moderata alcuni rischi inflazionistici erano ancora presenti. È probabile che il FOMC esprima ancora cautela riguardo l’andamento dell’inflazione visto che gli indicatori delle scorse settimane sono stati piuttosto contrastati e che la reale entità del rallentamento dell’economia ancora non è chiara. Un fattore di insicurezza continua ad essere il deterioramento del mercato immobiliare e le sue conseguenze sul consumo negli USA. Molto attesi sono perciò questa settimana anche i dati di agosto sulle costruzioni di nuove case (Housing Stars) e sui permessi di costruzione (Building Permits) che verranno pubblicati domani. Sempre domani è in programma l’annuncio dell’indice di agosto sui prezzi alla produzione (PPI, Producer Price Index), un altro importante indicatore dell’inflazione. Secondo le stime degli economisti il PPI dovrebbe essere cresciuto lo scorso mese dello 0,3%. Il core PPI, l’indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, dovrebbe essere aumentato invece dello 0,2%. Tra gli altri appuntamenti macroeconomici della settimana segnaliamo infine per venerdì la pubblicazione dei Leading Indicators sull’attività economica americana ad agosto e del Philadelphia Fed per settembre.
Sul fronte societario l’evento più atteso della settimana è la pubblicazione della trimestrale da parte di Oracle (US68389X1054). Il colosso del software presenterà i suoi dati di bilancio domani dopo la chiusura delle contrattazioni al Nasdaq. Gli analisti attendono in media ricavi di $3,47 miliardi ed un utile per azione di $0,16. Questa settimana sono attese inoltre alcune interessanti trimestrali che rappresentano in un certo modo un preludio alla prossima “earnings season” che partirà ad inizio ottobre. Mercoledì pubblicheranno tra l’altro i loro risultati Bed Bath & Beyond (US0758961009), Circuit City (US1727371080) e Morgan Stanley (US6174464486), mentre giovedì saranno FedEx (US31428X1063), General Mills (US3703341046), Nike (US6541061031) e Palm (US6966431057) ad annunciare le loro trimestrali. Il settore dei semiconduttori si troverà infine sicuramente sotto i riflettori. Freescale (US35687M1071) ha annunciato venerdì dopo la chiusura delle contrattazioni di aver raggiunto un accordo per essere rilevata da un gruppo di fondi di private equity. Il gruppo d’investitori guidato da Blackstone mette sul tavolo per l’ex divisione dei semiconduttori di Motorola (US6200761095) $17,6 miliardi. Se l’operazione dovesse essere conclusa si tratterebbe del più importante buyout nella storia del settore high-tech.
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