La scorsa settimana il Dow Jones ha perso lo 0,7%, l’S&P 500 lo 0,3% ed il Nasdaq Composite l’1,9%. Sui listini hanno pesato i nuovi timori relativi alla crescita dell’economia statunitense. Venerdì l’Institute for Supply Management (abbr. ISM) ha comunicato che il suo indice relativo al settore manifatturiero è sceso a novembre a sorpresa a 49,50 punti. Era dall’aprile del 2003 che l’indice non scendeva al di sotto della soglia dei 50 punti. Un calo al di sotto di questo livello segnala una contrazione del settore manifatturiero. Già giovedì l’indice dei direttori d’acquisto dell’area di Chicago (Chicago PMl) era risultato essere a sorpresa al di sotto delle previsioni ed aveva indicato un rallentamento dell’economia. Il mercato teme ora che gli Stati Uniti possano entrare in un periodo di recessione. La performance dei listini è stata frenata la scorsa settimana anche da alcune notizie negative arrivate dal fronte societario. Le vendite di Wal Mart (US9311421039) hanno registrato a novembre il loro primo calo mensile dal 1996. Il colosso della distribuzione ha comunicato inoltre un prudente outlook sull’andamento dei suoi affari a dicembre (vedi: Wal-Mart prudente sull’andamento delle sue vendite a dicembre). Il miliardario e finanziere Kirk Kerkorian ha ridotto la sua partecipazione in General Motors (US3704421052), vedi: Auto: Kerkorian riduce ancora la sua quota in GM. La notizia ha messo sotto pressione il titolo del gigante di Detroit. Secondo quanto ha riportato venerdì il “Wall Street Journal” Kerkorian sarebbe già uscito completamente dal capitale di GM. Il comunicato ufficiale a riguardo dovrebbe venir dato oggi. Nel settore high-tech un articolo della rinomata rivista finanziaria “Barron’s” ha fatto scattare delle prese di beneficio su Google (US38259P5089), vedi: Google: Per Barron’s il titolo ha esaurito il suo potenziale.
La settimana borsistica che inizia oggi potrebbe essere molto volatile a Wall Street. La tensione tra gli investitori dovrebbe infatti rimanere alta in vista dell’annuncio degli importanti dati sul mercato del lavoro in programma per venerdì. Se i timori su un possibile eccessivo rallentamento dell’economia statunitense dovrebbero inoltre continuare da una parte a pesare sul sentiment dei mercati, l’aumento della probabilità di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed nel primo trimestre del 2007 potrebbe dall’altra sostenere i listini. Già per domani sono attesi dei dati macroeconomici che potrebbero influenzare sensibilmente l’andamento di Wall Street. Dopo le deludenti notizie arrivate dal settore manifatturiero l’attenzione degli investitori si concentrerà in particolar modo sul dato di ottobre sugli ordinativi all’industria (Factory Orders). Gli economisti attendono un calo del 3,7%. Esclusi gli ordinativi nel volatile settore dei trasporti il dato dovrebbe aver registrato invece un incremento dell’1,2%. Se anche gli ordinativi all’industria per il mese di ottobre dovessero sorprendere negativamente come il Chicago PMI e l’indice ISM manifatturiero i timori su un possibile hard-landing dell’economia statunitense dovrebbero ulteriormente aumentare. Sempre domani è in programma l’annuncio dell’indice ISM non-manifatturiero per novembre e delle nuove stime per il terzo trimestre sulla produttività dei lavoratori e sui costi per unità di produzione (Productivity and Costs). Giovedì oltre al consueto rapporto settimanale sulle richieste di sussidi alla disoccupazione (Jobless Claims) è attesa la pubblicazione dei dati di ottobre sui crediti al consumo (Consumer Credit). Le previsioni sono di un aumento di $4,5 miliardi. Infine venerdì, come spiegato già sopra, l’appuntamento più atteso della settimana: l’annuncio dei dati di novembre sul mercato del lavoro. Gli economisti prevedono che nel settore non agricolo siano stati creati lo scorso mese negli USA 115.000 nuovi posti di lavoro (Nonfarm Payrolls). Ricordiamo che sia il dato di settembre che quello di ottobre sui nuovi posti di lavoro erano risultati essere a sorpresa nettamente al di sotto delle previsioni. Ad ottobre inoltre erano stati creati solo 92.000 posti di lavoro. Se anche a novembre dovessero essere stati creati negli USA meno di 100.000 posti di lavoro si tratterebbe di un ulteriore chiaro segnale per un rallentamento dell’economia. Questo eventuale segnale verrebbe ulteriormente confermato se il tasso di disoccupazione (Unemployment Rate) dovesse essere cresciuto lo scorso mese, come atteso dagli economisti, dal 4,4% al 4,5%. Un possibile moderato aumento a novembre del salario orario medio (Average Hourly Earnings), un importante indicatore per l’andamento dell’inflazione, potrebbe in questo caso incrementare le speranze del mercato su un prossimo taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed. La Banca Centrale Americana dovrebbe infatti cambiare la sua politica monetaria solo se il rallentamento dell’economia verrà accompagnato da un calo della pressione inflazionistica. Secondo le stime degli economisti il salario orario medio dovrebbe essere aumentato a novembre dello 0,3% (dato di ottobre: +0,4%). Sempre venerdì è in programma l’annuncio dell’indice preliminare dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori a dicembre. Le previsioni sono di un leggero aumento: dai 92,1 punti di novembre a 92,5 punti.
In attesa della prossima stagione degli utili che inizierà tra un mese anche questa settimana il calendario societario è povero di appuntamenti. Oggi è attesa la trimestrale del gigante della distribuzione Kroger (US5010441013). Domani presenteranno i loro dati di bilancio AutoZone (US0533321024), Toll Brothers (US8894781033) e Novell (US6700061053). Per giovedì segnaliamo la trimestrale di National Semiconductor (US6376401039). Oggi IBM (US4592001014) dovrebbe mettersi positivamente in evidenza a Wall Street. Nel suo ultimo numero di questa settimana “Barron’s” ha espresso ottimismo sulle prospettive del colosso dell’IT. Pfizer (US7170811035) dovrebbe invece soffrire. Ieri la prima impresa al mondo dell’industria farmaceutica ha comunicato di aver interrotto gli studi sul prodotto anticolesterolo Torcetrapib in seguito ad alcuni decessi tra i pazienti. Il farmaco era considerato uno dei più promettenti tra quelli di Pfizer ancora in via di sviluppo.
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