La scorsa settimana i prinicipali indici azionari statunitensi hanno registrato una performance contrastata. Il Dow Jones e l’S&P 500 hanno perso rispettivamente lo 0,9% e lo 0,3%, il Nasdaq Composite ha guadagnato invece lo 0,7%. Il settore high-tech ha beneficiato dei forti guadagni dei titoli delle imprese dei semiconduttori. I nuovi timori legati all’andamento dell’inflazione e l’aumento del prezzo del petrolio hanno spinto però molti investitori a realizzare i loro benefici sui titoli di molti altri comparti. Mercoledì scorso il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che l’indice sui prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index) e la sua versione core, che non tiene conto delle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, sono aumentati a gennaio dello 0,3%. Entrambi i dati hanno superato le previsioni degli economisti. Per quanto riguarda il core CPI si è trattato inoltre della più forte crescita mensile dallo scorso giugno. La notizia ha deluso il mercato che dopo le parole di Ben Bernanke della settimana precedente aveva atteso che i dati confermassero un calo della pressione inflazionistica negli USA. Gli investitori attendono ora con tensione il core PCE (Personal Consumption Expenditures), l’indicatore più seguito dalla Fed per monitorare l’inflazione, che verrà pubblicato dal Dipartimento del Commercio giovedì prossimo. Secondo le stime degli economisti l’indice dovrebbe essere cresciuto lo scorso mese dello 0,3%. Se anche il core PCE dovesse risultare essere superiore alle attese allora il sentiment a Wall Street potrebbe decisamente peggiorare. Il prezzo del petrolio sarà sicuramente un altro tema dominante della settimana borsistica che inizia oggi. Venerdì scorso il Crude ha chiuso al NYMEX ai suoi più alti livelli dalla fine di dicembre. Le quotazioni dell’oro nero sono state spinte da un inaspettato forte calo delle scorte di benzina e di prodotti distillati negli USA e dalla tensione tra l’Iran e l’ONU. Se il prezzo del petrolio dovesse continuare a salire allora i mercati azionari dovrebbero difficilmente riuscire a registrare una performance positiva. Oltre all’indice PCE sono attesi questa settimana una serie di importanti dati macroeconomici che potrebbero influenzare notevolmente l’andamento di Wall Street. Domani sono in programma i dati di gennaio sulle vendite di case esistenti (Existing Home Sales) e sugli ordini di beni durevoli (Durable Goods Orders) e l’indice di febbraio del Conference Board sulla fiducia dei consumatori. Quest’ultimo dato è particolarmente atteso. L’indice del Conference Board sulla fiducia dei consumatori era salito infatti a gennaio a 110,3 punti, i suoi più alti livelli degli ultimi cinque anni. Se anche il dato di febbraio dovesse indicare che la fiducia dei consumatori negli USA continua ad essere alta allora l’ottimismo degli investitori sulle prospettive dell’economia americana dovrebbe aumentare. Gli economisti attendono in media un lieve calo rispetto a gennaio a 109 punti. Mercoledì verranno pubblicati una nuova stima sulla crescita del PIL degli USA nel quarto trimestre, l’indice dei direttori d’acquisto dell’area di Chicago (Chicago PMI) per questo mese ed il dato di gennaio sulle vendite di nuove case (New Home Sales). Per quanto riguarda la crescita del PIL le previsioni sono di una revisione al ribasso: da +3,5% a +2,3%. Giovedì sono in programma, oltre all’indice PCE, il dato di gennaio sulle spese per le costruzioni (Construction Spending) e l’indice ISM manifatturiero per febbraio. Dopo essere sceso a gennaio a 49,3 punti il principale indicatore del settore manifatturiero dovrebbe essere risalito questo mese a 50 punti. Ricordiamo che un valore al di sotto di 50 punti indica una fase di contrazione economica. Venerdì infine l’Università del Michigan pubblicherà il suo dato definitivo sulla fiducia dei consumatori a febbraio. Le previsioni sono di un leggero aumento dalla precedente stima: da 93,3 a 94 punti.
Sul fronte societario sono poche ma importanti le trimestrali in programma questa settimana. I dati dei colossi della distribuzione Federated Department Stores (US31410H1014), Target (US87612E1064) e Kohl’s (US5002551043) dovrebbero darci delle ulteriori rilevanti indicazioni sull’andamento del consumo negli USA. I risultati di Federated Department Stores e di Target sono attesi per domani, quelli di Kohl’s per giovedì. Oggi e domani presentano i loro dati di bilancio XM Satellite (US9837591018) e Sirius Satellite Radio (US82966U1034). Le due imprese impegnate nella radio satellitare hanno annunciato la scorsa settimana di aver raggiunto un accordo di fusione. Per mercoledì è attesa la trimestrale di Sprint Nextel (US8520611000), terza impresa statunitense delle telecomunicazioni. Giovedì sono in programma le trimestrali della prima impresa al mondo delle assicurazioni AIG (US0268741073), del primo produttore mondiale di PC Dell Computer (US24702R1014) e del colosso dei media Viacom (US9255243084). La febbre da fusioni ed acquisizioni dovrebbe continuare a dare degli importanti impulsi a Wall Street. Secondo quanto riportano diverse fonti un consorzio di private equity potrebbe annunciare l’acquisizione per $44 miliardi del gigante texano delle utilities TXU (US8731681081). Se l’operazione dovesse venir conclusa si tratterebbe per volume del più importante buyout della storia. Durante il fine settimana il “Sunday Express” ha scritto inoltre che un gruppo d’investitori starebbe studiando un’offerta di $54 miliardi per Dow Chemical (US2605431038).
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