La scorsa settimana i listini azionari statunitensi hanno registrato una forte ripresa. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,5%, l’S&P 500 il 2,1% ed il Nasdaq Composite l’1,4%. Per il Dow Jones si è trattato della migliore ottava dallo scorso aprile. Il listino che contiene le trenta principali blue chips statunitensi ha beneficiato di una serie di notizie positive arrivate dal fronte societario. Intel (US4581401001) ha alzato le stime sui suoi ricavi per il corrente trimestre, McDonald’s (US5801351017) ha registrato un forte aumento delle sue vendite ad agosto ed alzato il suo dividendo del 50%, General Motors (US3704421052) ha preso il volo dopo che Citigroup ha indicato che il colosso dell’automobile potrebbe raggiungere un vantaggioso accordo con i sindacati sulla copertura dell’assistenza sanitaria dei suoi dipendenti.
A sostenere l’intero mercato azionario a Wall Street è stata però soprattutto la speculazione su un possibile taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed. Dopo il crollo dell’occupazione avvenuto ad agosto sia gli investitori che gli analisti danno ormai per scontato che il FOMC (Federal Open Market Committee) taglierà domani per la prima volta dal giugno del 2003 i suoi tassi d’interesse. La domanda che si pongono trader ed esperti è piuttosto se il comitato esecutivo della Fed taglierà i Fed Funds di 25 oppure di 50 punti base e come il mercato reagirà alla notizia. Una risposta a questa domanda è estremamente difficile. Un taglio di 50 punti base potrebbe essere accolto euforicamente ma anche deprimere Wall Street perchè potrebbe venir interpretato come un segno che la situazione è di gran lunga peggiore di quanto pensato. In effetti il numero degli economisti che attendono una recessione negli USA è negli ultimi tempi notevolmente aumentato. In ogni caso è molto probabile che se il FOMC taglierà i tassi di solo 25 punti base indicherà allo stesso tempo di essere pronta a ridurre ancora il costo del denaro in caso l’economia dovesse dare degli ulteriori segni di debolezza.
Oltre alla riunione del FOMC sono in programma questa settimana molti altri importanti appuntamenti macroeconomici. Alcuni dati potrebbero fare maggiore chiarezza sullo stato di salute dell’economia degli USA. Per oggi segnaliamo il NY Empire State Index, un indicatore del settore manifatturiero. Le previsioni sono di un sensibile calo rispetto ad agosto, da 25,1 a 18 punti. Rilevanti per comprendere la situazione dell’economia statunitense saranno anche il Philadelphia Fed ed i Leading Indicators che verranno pubblicati venerdì prossimo.
Visto che ora la principale preoccupazione a Wall Street è una possibile recessione i consueti dati mensili relativi all’inflazione dovrebbero venir influenzare l’andamento del mercato meno del solito. Domani il Dipartimento del Lavoro pubblica l’indice sui prezzi alla produzione (PPI – Producer Price Index). Le attese sono di un calo dello 0,1%. A luglio il PPI era aumentato dello 0,6%. Il core PPI, l’indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, dovrebbe essere cresciuto invece come a luglio dello 0,1%.
Mercoledì è atteso il dato sui prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index). Secondo le stime degli economisti il CPI dovrebbe essere rimasto invariato lo scorso mese (dato di luglio: +0,1%). Per quanto riguarda il core CPI le previsioni sono di un aumento dello 0,2%. Sempre mercoledì sono in programma due importanti indicatori del settore immobiliare: i dati di agosto sulle costruzioni di nuove case (Housing Stars) e sui permessi di costruzione (Building Permits). Gli economisti non attendono delle notizie positive. Secondo le loro stime le costruzioni di nuove case dovrebbero essere calate lo scorso mese ai più bassi livelli dal 1997 mentre i permessi di costruzione dovrebbero essere scesi a dei livelli toccati per l’ultima volta nel 1995.
Anche il calendario societario di questa settimana è importante. Particolarmente attese sono le trimestrali delle banche d’investimento Lehman Brothers (US5249081002), Morgan Stanley (US6174464486), Bear Stearns (US0739021089) e Goldman Sachs (US38141G1040). I risultati dei quattro giganti della finanza potrebbero alleviare o far aumentare i timori del mercato legati alla crisi dei mutui subprime. Proprio venerdì scorso la pressione sui titoli finanziari è di nuovo aumentata dopo che si è appreso che la Bank of England è dovuta intervenire per salvare Northern Rock (GB0001452795), finita sull’orlo del collasso a causa del crollo del settore ipotecario statunitense. La trimestrale di Lehman è in programma domani, quella di Morgan Stanley mercoledì e quelle di Bear Stearns e Goldman Sachs giovedì. I dati di bilancio di Kroger (US5010441013), Best Buy (US0865161014) e Nike (US6541061031) dovrebbero dare al mercato delle rilevanti indicazioni sull’andamento del consumo negli USA. I colossi della distribuzione Kroger e Best Buy pubblicano i loro risultati domani, Nike giovedì. Sempre per giovedì è attesa la trimestrale di FedEx (US31428X1063). I risultati di FedEx sono sempre un rilevante indicatore per l’andamento dell’economia americana. L’impresa è infatti leader nelle spedizioni e nel trasporto merci. Nel settore high-tech segnaliamo per oggi la trimestrale di Adobe (US00724F1012) e per giovedì quella di Oracle (US68389X1054), seconda impresa al mondo del settore del software.
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