La scorsa settimana i listini azionari statunitensi hanno continuato a salire. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,6%, l’S&P 500 lo 0,1% ed il Nasdaq Composite l’1,1%. Per i tre indici si è trattato della terza ottava positiva di fila. Durante lo scorso mese Wall Street ha potuto recupare quasi tutto il terreno perso ad agosto. Il Dow Jones si trova ormai a soli 200 punti dai suoi massimi assoluti. Il taglio dei tassi d’interesse di 50 punti base effettuato dalla Fed lo scorso 18 settembre ha potuto ridare fiducia ai mercati. Da allora gli investitori speculano sul fatto che la Fed ridurrà ulteriormente il costo del denaro per evitare che gli USA, la prima economia mondiale, entri in un periodo di recessione. Se Bernanke & Co. taglieranno prossimamente ancora i tassi potremmo saperlo già questa settimana. Oggi e nei prossimi giorni verranno pubblicati infatti i principali indicatori dei tre pilastri dell’economia statunitense: il settore manifatturiero, il settore dei servizi ed il mercato del lavoro. Se dai dati dovesse emergere che gli USA rischiano ancora di entrare in un periodo di recessione economica allora un ulteriore taglio dei tassi d’interesse dovrebbe essere inevitabile. I riflettori del mercato saranno tutti puntati perciò già oggi sull’indice ISM manifatturiero. Le previsioni sono di un leggero calo rispetto ad agosto da 52,9 a 52,5 punti. L’indice ISM non-manifatturiero verrà pubblicato mercoledì. Secondo le stime degli economisti anche il settore dei servizi dovrebbe segnalare solo un lieve rallentamento. Le previsioni sono infatti di un calo da 55,8 a 55 punti. L’appuntamento più atteso della settimana è in programma per venerdì: la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro. Ad agosto l’occupazione aveva registrato negli USA, a grande sorpresa, un crollo. Il calo degli impieghi ad agosto, il primo dal 2003, dovrebbe essere stato alla base del deciso intervento della Fed sui tassi d’interesse. I nuovi dati sul mercato del lavoro dovrebbero essere quindi influenzare notevolmente anche le ulteriori mosse della Fed. Gli economisti prevedono che nel settore non agricolo siano stati creati a settembre negli USA 100.000 nuovi posti di lavoro (Nonfarm Payrolls). Il tasso di disoccupazione (Unemployment Rate) dovrebbe essere salito dal 4,6% al 4,7% Il salario orario medio (Average Hourly Earnings), un importante indicatore dell’inflazione, dovrebbe essere cresciuto come ad agosto dello 0,3%. Se i dati sul mercato del lavoro dovessero superare le attese allora Wall Street potrebbe reagire negativamente perchè la Fed potrebbe decidere di attendere prima di tagliare di nuovo i tassi d’interesse. D’altra parte se i dati dovessero risultare essere ancora nettamente al di sotto delle previsioni i timori relativi ad una possibile recessione negli USA dovrebbero riaccendersi e pesare sui mercati azionari.
Tra gli altri appuntamenti macroeconomici della settimana segnaliamo per domani il dato relativo ai contratti di vendita di abitazioni già firmati ma non ancora conclusi (Pending home sales), per giovedì il dato sugli ordinativi all’industria (Factory Orders) e per venerdì il dato sui crediti al consumo (Consumer Credit).
Sul fronte societario sono attese anche questa settimana solo una manciata di trimestrali prima che il prossimo 9 ottobre parta ufficialmente la nuova “earnings season” con la pubblicazione della trimestrale di Alcoa (US0138171014). I risultati di Walgreen (US9314221097) e di Family Dollar (US3070001090) dovrebbero darci delle ulteriori indicazioni sull’andamento del consumo negli USA. La trimestrale di Walgreen, prima catena americana di drugstore, è attesa per oggi, quella di Family Dollar per mercoledì. Nel settore high-tech segnaliamo per oggi la trimestrale di Palm (US6966431057), per martedì quella di Micron Technology (US5951121038) e per mercoledì quella di Research In Motion (CA7609751028).
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