La scorsa settimana i mercati azionari statunitensi hanno ripreso a correre. Nelle ultime cinque sedute di borsa il Dow Jones ha guadagnato il 2,1%, l’S&P 500 il 2,3% ed il Nasdaq Composite il 2,9%. I listini sono stati spinti dalle notizie positive arrivate dal fronte societario. La maggior parte delle trimestrali pubblicate la scorsa settimana hanno superato le attese. I colossi dell’high-tech Apple (US0378331005) e Microsoft (US5949181045) hanno presentato dei dati di bilancio che hanno entusiasmato gli investitori. Venerdì Countrywide Financial (US2223721042) ha potuto inoltre ridurre con il suo outlook i timori legati alla crisi dei mutui subprime che erano stati riaccesi in precedenza dalle forti perdite annunciate da Merrill Lynch (US5901881087). Dopo essersi trovata ultimamente al centro dell’interesse degli investitori la stagione degli utili dovrebbe passare questa settimana in secondo piano. Oggi e nei prossimi giorni è in programma infatti una vera pioggia di importanti eventi macroeconmici. L’appuntamento più atteso è la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee). Il comitato esecutivo della Fed renderà nota la sua decisione sui tassi d’interesse mercoledì prossimo (nel giorno di Halloween). La maggior parte degli economisti stima che il FOMC taglierà i Fed Funds di 25 punti base. Nonostante il forte aumento del prezzo del petrolio e la cronica debolezza del dollaro la Banca Centrale degli USA dovrebbe infatti considerare ancora la crisi del mercato del credito più rischiosa per l’intera economia di un nuovo possibile aumento della pressione inflazionistica. Il FOMC potrebbe d’altra parte osservare, nella nota che accompagna la sua decisione, che i rischi inflazionistici sono in crescita. Una tale indicazione potrebbe deprimere Wall Street visto che gran parte del mercato si attende un taglio dei tassi anche in occasione della prossima riunione del FOMC in programma per l’11 dicembre. Prima della decisione della Fed già domani verrà pubblicato il dato del Conference Board sulla fiducia dei consumatori. Le previsioni sono di un leggero aumento rispetto a settembre a circa 100 punti. A causa del recente rally del prezzo del petrolio e dell’ulteriore difficile situazione sul mercato immobiliare non è però affatto da escludere una sorpresa negativa. Mercoledì il Dipartimento del Commercio pubblicherà la sua prima stima sull’aumento del PIL degli USA durante il terzo trimestre. Secondo gli economisti dopo essere cresciuta nel secondo trimestre del 3,8% l’economia statunitense dovrebbe aver registrato lo scorso trimestre una crescita del 3,1%. Sempre per mercoledì segnaliamo la pubblicazione dell’indice dei direttori d’acquisto dell’area di Chicago (Chicago PMl), del dato sulle spese per le costruzioni (Construction Spending) e del dato del terzo trimestre sul costo dell’occupazione (ECI, Employment Cost Index). Giovedì è atteso l’annuncio dei dati di settembre sul reddito personale (Personal Income) e sulle spese per consumi (Personal Spending). Per quanto riguarda il rapporto sulle spese per consumi i riflettori saranno puntati come d’abitudine sulla versione core dell’indice PCE (Personal Consumption Expenditures), uno degli indicatori più seguiti dalla Fed per monitorare l’inflazione. Le previsioni sono di un aumento dello 0,2%. Ad agosto il core PCE era aumentato di solo lo 0,1%. Sempre giovedì è in programma l’ISM manifatturiero. Gli economisti prevedono che l’indice che misura l’attività manifatturiera negli USA sia rimasto, rispetto a settembre, stabile a 52 punti. Venerdì, infine, verrano pubblicati i dati di ottobre sul mercato del lavoro. L’andamento dell’occupazione continua ad essere l’indicatore più importante per la salute dell’economia. Per questo motivo i dati dovrebbero influenzare anche questa volta sensibilmente il clima a Wall Street. Gli economisti prevedono che nel settore non agricolo siano stati creati ad ottobre negli USA 90.000 nuovi posti di lavoro (Nonfarm Payrolls) e che il tasso di disoccupazione (Unemployment Rate) sia rimasto stabile al 4,7%. Gli esperti credono quindi che il mercato del lavoro abbia rallentato durante lo scorso mese. A settembre erano stati creati infatti ancora 110.000 posti di lavoro. In caso il dato dovesse risultare essere peggiore delle attese i timori relativi ad una possibile recessione dovrebbero sicuramente aumentare. Per quanto riguarda il salario orario medio (Average Hourly Earnings), un altro indicatore dell’inflazione, le previsioni sono di un aumento dello 0,3% (dato di settembre: +0,4%). Sempre venerdì verrà pubblicato anche il dato di settembre sugli ordinativi all’industria (Factory Orders).
Sul fronte societario le trimestrali di Kellogg (US4878361082), Colgate-Palmolive (US1941621039), Procter & Gamble (US7427181091) e Kraft Foods (US50075N1046) ci dovrebbero dare delle nuove importanti indicazioni sull’andamento del consumo negli USA. Kellogg pubblica i suoi dati oggi, Colgate-Palmolive e Procter & Gamble domani, e Kraft Foods mecoledì. Questa settimana presentano i loro dati di bilancio anche le maggiori imprese petrolifere statunitensi. Giovedì annunciano i loro dati Exxon Mobil (US30231G1022) e Marathon Oil (US5658491064), venerdì Chevron (US1667641005). Proprio la scorsa settimana il prezzo del petrolio ha raggiunto un nuovo massimo assoluto a più di $92 al barile. Nel settore delle telecomunicazioni segnaliamo per oggi la trimestrale di Verizon Communications (US92343V1044) e per giovedì quella di Sprint Nextel (US8520611000). Nel settore minerario pubblicano mercoledì i loro dati Newmont Mining (US6516391066) e Barrick Gold (CA0679011084), i due maggiori produttori al mondo di oro. Anche il prezzo del metallo giallo ha registrato la scorsa settimana un solido rialzo e toccato i suoi più alti livelli degli ultimi 28 anni.
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