Gli indici azionari statunitensi hanno registrato la scorsa settimana delle forti perdite. Il Dow Jones ha perso il 4,1%, l’S&P 500 il 3,7% ed il Nasdaq Composite il 6,5%. Il crollo dei listini a Wall Street è stato causato da diversi fattori. Dal settore finanziario statunitense è arrivata una vera pioggia di notizie negative legate alla crisi dei mutui subprime. Tra quelle più clamorose ci sono state le svalutazioni per diversi miliardi di dollari annunciate da Citigroup (US1729671016), Morgan Stanley (US6174464486) e Wachovia (US9299031024). Nel settore high-tech Cisco Systems (US17275R1023) ha depresso gli investitori indicando di star registrando un “drammatico” calo dei suoi ordini negli USA. Nella sua l’audizione davanti al Joint Economic Committee del Congresso Ben Bernanke ha avvertito da parte sua che l’economia statunitense dovrebbe rallentare sensibilmente nel quarto trimestre e che la situazione dovrebbe rimanere difficile anche nei primi mesi del prossimo anno. L’Università del Michigan ha comunicato in effetti venerdì che in base alle sue stime preliminari il suo indice che misura la fiducia dei consumatori è calato a novembre ai suoi più bassi livelli degli ultimi due anni. La notizia ha sembrato confermare la cautela espressa da Bernanke. Il consumo continua ad essere infatti il motore dell’economia statunitense. Il peggioramento della fiducia tra i consumatori è quindi un serio campanello d’allarme per il futuro della crescita economica. Su Wall Street hanno pesato infine anche l’ulteriore aumento del prezzo del petrolio e la debolezza del dollaro. Le quotazioni dell’oro nero hanno sfiorato l’importante soglia psicologica dei $100 al barile. Il biglietto verde ha toccato una serie di nuovi minimi storici rispetto all’euro. Il quadro è quindi decisamente negativo, per i tori sembrano esserci al momento poche speranze. Dopo il sell-off della scorsa settimana non è però affatto da escludere durante le prossime sedute un rimbalzo. Il nervosismo e la volatilità a Wall Street dovrebbero rimanere però a degli elevati livelli. Gli investitori guarderanno questa settimana con particolare attenzione ai dati sull’inflazione. Se la pressione inflazionistica dovesse infatti riaumentare la Fed dovrebbe avere delle serie difficoltà a tagliare ulteriormente i tassi d’interesse anche se l’economia dovesse continuare a dare segni di debolezza. Il Dipartimento del Lavoro pubblica mercoledì l’indice sui prezzi alla produzione (PPI – Producer Price Index) e giovedì il dato sui prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index). Per quanto riguarda il core CPI, l’indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, il dato “chiave” per valutare l’andamento dell’inflazione, le previsioni sono di un aumento dello 0,2%. Già a settembre il core CPI era aumentato dello 0,2%. Molto atteso è questa settimana anche il dato sulle vendite al dettaglio (Retail Sales) che verrà pubblicato mercoledì. Le vendite al dettaglio sono un importante indicatore dell’andamento del consumo, che come spiegato sopra è il motore dell’economia statunitense. Gli economisti prevedono in media un aumento dello 0,2%. A settembre le vendite al dettaglio erano aumentate dello 0,6%. Se il dato dovesse deludere le attese allora l’allarme recessione a Wall Street potrebbe riaccendersi. Tra gli altri eventi macroeconomici della settimana segnaliamo per domani il dato relativo ai contratti di vendita di abitazioni già firmati ma non ancora conclusi (Pending home sales), per giovedì il NY Empire State Index ed il Philadelphia Fed, due importanti indicatori del settore manifatturiero, e per venerdì i dati di ottobre sulla produzione industriale (Industrial Production) e sull’utilizzazione della capacità produttiva (Capacity Utilization).
Sul fronte societario oggi sarà interessante seguire la trimestrale di Blackstone (US09253U1088). Fino a pochi mesi fa ancora una “star” di Wall Street, il fondo di private equity è stato velocemente dimenticato dagli investitori a causa della crisi del mercato del credito che ha reso impossibili delle ulteriori spettacolari operazioni di buyout. Domani tutti i riflettori saranno puntati sulle trimestrali di Home Depot (US4370761029) e Wal-Mart (US9311421039). Dai dati e dalle previsioni di Home Depot potrebbero arrivare delle nuove notizie negative sulla situazione nel settore immobiliare. Proprio la scorsa settimana Deutsche Bank ha espresso prudenza sul titolo del leader a livello mondiale dei prodotti di bricolage (vedi: Distribuzione: Deutsche Bank cala la scure su Home Depot). I risultati di Wal-Mart dovrebbero darci delle ulteriori indicazioni sull’andamento del consumo negli USA. Gli analisti prevedono in media ricavi di $91,8 miliardi ed un utile per azione di $0,67. Per mercoledì segnaliamo le trimestrali di Applied Materials (US0382221051) e di Sina (KYG814771047). Venerdì scorso Citigroup ha alzato il suo rating sul titolo della prima impresa al mondo delle infrastrutture per la produzione di chip a “Buy” (vedi: Semiconduttori: Citigroup consiglia l’acquisto di Applied Materials). Se i dati di Applied Materials dovessero sorprendere positivamente allora il sentiment sull’intero settore high-tech potrebbe migliorare. La trimestrale di Sina è attesa questa volta in particolar modo vista la recente euforia che si è scatenata tra gli investitori sui titoli Internet cinesi a causa della IPO di Alibaba.com (KYG017171003). Sina gestisce il sito online in lingua cinese più visitato al mondo. Per giovedì infine segnaliamo le trimestrali di Agilent Technologies (US00846U1016), BEA Systems (US0733251021) e Starbucks (US8552441094).
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!