Anche la scorsa settimana gli indici azionari statunitensi hanno registrato una performance positiva. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,9%, l’S&P 500 l’1,6% ed il Nasdaq Composite l’1,7%. I listini sono stati spinti soprattutto dalla speculazione su un possibile ulteriore taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed. Wall Street ha beneficiato inoltre del piano presentato dal Presidente George W. Bush volto ad evitare che molti piccoli proprietari di abitazioni vengano travolti dalla crisi dei mutui subprime. Gli investitori sperano che il programma di aiuti possa migliorare il sentiment sul mercato immobiliare e sostenere quindi l’economia degli USA.
La settimana borsistica che inizia oggi è ricca di importanti appuntamenti macroeconomici. L’evento più atteso è la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee) in programma per domani. La maggior parte degli economisti stima che il comitato esecutivo della Fed taglierà i tassi d’interesse di 25 punti base. Un taglio di 50 punti basi è diventato meno probabile dopo i solidi dati sull’occupazione pubblicati venerdì scorso dal Dipartimento del Lavoro. Gli investitori guarderanno come sempre con particolare attenzione alla nota che accompagnerà la decisione del FOMC. Sarà interessante constatare se il FOMC manterrà il suo outlook sull’economia oppure fornirà delle nuove indicazioni. In ogni modo è molto difficile prevedere come reagirà Wall Street alle parole del FOMC. Se il FOMC dovesse infatti indicare che l’economia sembra starsi stabilizzando il mercato potrebbe reagire sia positivamente che negativamente. Una tale indicazione ridurrebbe infatti i timori di una recessione economica, ma segnalerebbe allo stesso tempo che un ulteriore taglio dei Fed Funds è improbabile. Di grande rilievo sarà anche se il FOMC citerà dei possibili rischi inflazionistici dopo la forte crescita registrata dal salario orario medio (Average Hourly Earnings) a novembre. Se il FOMC taglierà i suoi tassi d’interesse anche nel 2008 dipenderà infatti non solo dallo stato di salute dell’economia ma anche dall’andamento dell’inflazione. Molto attesi sono per questo motivo questa settimana anche i dati di novembre sui prezzi alla produzione ed al consumo. Il Dipartimento del Lavoro pubblica giovedì il PPI (Producer Price Index) e venerdì il CPI (Consumer Price Index). A causa della crescita dei costi per l’energia i due indici dovrebbero aver registrato un sensibile aumento a novembre. Gli economisti prevedono che il PPI sia cresciuto lo scorso mese dell’1,5% (dato di ottobre: +0,1%). Per il CPI le stime sono di un aumento dello 0,6% (dato di ottobre: +0,3%). La crescita delle versioni core dei due indici, che non tengono conto delle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, dovrebbe essere rimasta però contenuta. Dopo essere rimasto ad ottobre invariato il core PPI dovrebbe essere aumentato dello 0,2%. Il core CPI, l’indicatore chiave dell’inflazione, dovrebbe essere aumentato come ad ottobre dello 0,2%.
Tra gli altri dati macroeconomici in programma questa settimana già oggi verrà pubblicato il dato relativo ai contratti di vendita di abitazioni già firmati ma non ancora conclusi (Pending home sales), un indicatore del settore immobiliare. Per domani segnaliamo il dato di ottobre sulle scorte dei grossisti (Wholesale Inventories). Mercoledì il Dipartimento del Commercio comunicherà il dato sulla bilancia commerciale (Trade Balance). Secondo le stime degli economisti il deficit commerciale degli USA dovrebbe essere aumentato ad ottobre a $57 miliardi. Sempre mercoledì sono in programma i dati di novembre sui prezzi alle importazioni ed esportazioni (Import and Export Prices). Giovedì verrà pubblicato oltre al PPI anche il dato di novembre sulle vendite al dettaglio (Retail Sales). Le vendite al dettaglio sono un importante indicatore dell’andamento del consumo, che è il motore dell’economia statunitense. Gli economisti prevedono in media un aumento dello 0,5%. Giovedì è in programma anche il dato sulle scorte di magazzino delle imprese (Business inventories). Venerdì infine oltre al CPI sono attesi i dati di novembre sulla produzione industriale (Industrial Production) e sull’utilizzazione della capacità produttiva (Capacity Utilization). Sul fronte societario anche questa settimana pubblicheranno i loro dati di bilancio solo una manciata di imprese. La trimestrale più attesa è quella di Lehman Brothers (US5249081002) in programma per giovedì prossimo. I risultati e le previsioni di Lehman Brothers daranno al mercato delle nuove importanti informazioni sull’impatto della crisi dei mutui subprime sull’intero settore delle banche d’investimento. Di un certo interesse saranno per gli investitori anche i dati di bilancio dei giganti della distribuzione Kroger (US5010441013) e Costco (US22160K1051). Kroger pubblica i suoi risultati domani, Costco giovedì.
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