La scorsa settimana gli indici azionari statunitensi hanno registrato delle sensibili perdite. Il Dow Jones ha perso il 2,1%, l’S&P 500 il 2,4% ed il Nasdaq Composite il 2,6%. Martedì scorso FOMC, il comitato esecutivo della Fed, ha ridotto i suoi tassi d’interesse dello 0,25% al 4,25%. La notizia ha deluso molti investitori che avevano sperato in un taglio di 50 punti base. Una parte del mercato teme che i tagli effettuati finora dalla Fed ai tassi d’interesse non siano sufficienti ad evitare che l’economia statunitense entri in un periodo di recessione. Sui listini azionari hanno pesato inoltre la scorsa settimana i negativi dati di novembre sui prezzi alla produzione ed al consumo. Sia il PPI (Producer Price Index) che il CPI (Consumer Price Index) sono aumentati lo scorso mese molto più di quanto atteso dagli economisti. Il PPI ha registrato nientemeno il suo più forte incremento mensile dall’agosto del 1973. Se la pressione inflazionistica dovesse continuare ad aumentare la Fed dovrebbe avere delle serie difficoltà a ridurre ulteriormente il costo del denaro per sostenere l’economia. Per questo è particolarmente attesa questa settimana la pubblicazione del PCE (Personal Consumption Expenditures) in programma per venerdì prossimo. Secondo le stime degli economisti il core PCE, che è uno degli indicatori più seguiti dalla Fed per monitorare l’inflazione, dovrebbe essere aumentato lo scorso mese come già a ottobre dello 0,2%. Se anche il core PCE dovesse risultare essere peggiore delle attese allora la maggior parte degli investitori in titoli USA dovrebbe passare quest’anno un Natale meno felice del solito. La settimana borsistica che inizia oggi è ricca di molti altri importanti appuntamenti macroeconomici e societari. Già oggi è atteso il NY Empire State Index, un indicatore del settore manifatturiero. Il NY Empire State Index dovrebbe darci, insieme al Philadelphia Fed ed al superindice (Leading Indicators), che verranno pubblicati entrambi giovedì, delle nuove indicazioni sullo stato di salute dell’economia statunitense. Domani il Dipartimento del Commercio pubblica due importanti indicatori del settore immobiliare: i dati sulle costruzioni di nuove case (Housing Starts) e sui permessi di costruzione (Building Permits). Secondo la maggior parte degli economisti i due dati dovrebbero indicare che la situazione sul mercato immobiliare statunitense è ulteriormente peggiorata lo scorso mese. Per quanto riguarda le costruzioni di nuove case le stime sono di un calo da 1,22 a 1,19 milioni di unità. Giovedì sempre il Dipartimento del Commercio pubblicherà il dato definitivo sulla crescita del PIL degli USA durante il terzo trimestre. Il dato dovrebbe avere solo un modesto impatto sul mercato visto che Wall Street guarda, come d’abitudine, al futuro e questo sembra essere al momento poco promettente per l’economia degli USA. Venerdì infine oltre al PCE sono in programma i dati sul reddito personale (Personal Income) e sulle spese per consumi (Personal Spending) e l’indice dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori.
Sul fronte societario le trimestrali più attese sono quelle delle case d’investimento Goldman Sachs (US38141G1040), Morgan Stanley (US6174464486) e Bear Stearns (US0739021089). La trimestrale di Goldman Sachs è attesa per domani, quella di Morgan Stanley per mercoledì e quella di Bear Stearns per giovedì. I dati delle tre banche d’affari potrebbero far aumentare ulteriormente i timori del mercato relativi alla crisi dei mutui subprime. Morgan Stanley e Bear Stearns hanno annunciato già lo scorso mese delle importanti svalutazioni per il loro quarto trimestre fiscale. Goldman Sachs potrebbe da parte sua sorprendere positivamente. Secondo quanto ha scritto venerdì scorso il “Wall Street Journal” la casa d’investimento avrebbe guadagnato $4 miliardi speculando al ribasso sul mercato dei crediti ipotecari cartolarizzati. (vedi a proposito: Rumors: Goldman Sachs annuncerà utili record per esercizio 2007). Di particolare interesse saranno questa settimana anche le trimestrali di Best Buy (US0865161014), Nike (US6541061031), FedEx (US31428X1063) e Walgreen (US9314221097). Gli affari di queste quattro imprese, leader dei rispettivi settori, sono infatti strettamente dipenti dall’andamento del consumo, il motore dell’economia degli USA. Best Buy, la maggiore catena di negozi per l’elettronica di consumo degli USA, pubblica i suoi dati domani. La trimestrale di Nike è attesa per mercoledì, quella di FedEx, leader nelle spedizioni e nel trasporto merci, per giovedì, e quella di Walgreen, prima catena americana di drugstore, per venerdì. Anche nel settore high-tech sono attese questa settimana delle importanti trimestrali. Oggi pubblica i suoi risultati Adobe (US00724F1012), mercoledì è in programma la trimestrale di Oracle (US68389X1054), giovedì, infine, sono attesi i dati di Micron Technology (US5951121038), Red Hat (US7565771026) e Research In Motion (CA7609751028). Per quanto riguarda Research In Motion le stime sono di un utile per azione di $0,62. Venerdì scorso Citigroup ha espresso fiducia sui risultati dell’impresa del BlackBerry (vedi: Tlc: Citigroup ottimista sulla trimestrale di Research In Motion).
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