Anche durante la seconda settimana del nuovo anno gli indici azionari statunitensi hanno registrato una performance negativa. Nelle ultime cinque sedute di borsa il Dow Jones ha perso l’1,5%, l’S&P 500 lo 0,8% ed il Nasdaq Composite il 2,6%. Su Wall Street ha continuato a pesare la crisi del settore finanziario. Capital One (US14040H1059) e American Express (US0258161092) hanno lanciato dei profit warning. Il “Wall Street Journal” ha scritto inoltre che il volume delle svalutazioni presso Citigroup (US1729671016) e Merrill Lynch (US5901881087) potrebbe superare di gran lunga le previsioni della comunità finanzaria. La scorsa settimana sono aumentati ulteriormente anche i timori relativi ad una recessione negli USA. Secondo Merrill Lynch negli Stati Uniti sarebbe già iniziato un periodo di contrazione economica. Goldman Sachs ha da parte sua indicato di credere che il PIL degli USA registerà nel secondo e nel terzo trimestre di quest’anno una flessione. Lo stesso Ben Bernanke ha dichiarato giovedì scorso che ultimamente le prospettive dell’economia sono peggiorate e che i rischi di una contrazione sono aumentati.
La settimana borsistica che inizia oggi è particolamente ricca di importanti appuntamenti macroeconomici e societari. Per Wall Street sarà un po’ la “settimana della verità”. I molti dati in programma oggi e nei prossimi giorni dovrebbero fornire infatti agli investitori delle risposte decisive sullo stato di salute dell’economia, sulla situazione nel settore finanziario e sull’ulteriore andamento dei tassi d’interesse.
Domani il Dipartimento del Commercio pubblicherà uno dei dati più attesi della settimana, quello sulle vendite al dettaglio (Retail Sales). Il dato è un rilevante indicatore dell’andamento del consumo, il motore dell’economia statunitense. Secondo le stime degli economisti le vendite al dettaglio dovrebbero essere aumentate a dicembre di solo lo 0,1%. Visto che le previsioni sono già molto prudenti un loro, anche modesto superamento, potrebbe sostenere i mercati azionari. Se il dato sulle vendite al dettaglio dovesse invece risultare essere peggiore delle attese allora si potrebbe iniziare a dare ragione agli analisti di Merrill Lynch: gli Stati Uniti si potrebbero trovare già in un periodo di recessione economica.
Sempre domani sono in programma l’indice sui prezzi alla produzione (PPI – Producer Price Index), il dato sulle scorte di magazzino delle imprese (Business Inventories) ed il NY Empire State Index, un indicatore del settore manifatturiero.
Mercoledì il Dipartimento del Lavoro pubblicherà l’indice dei prezzi al consumo (CPI, Consumer Price Index). Secondo le previsioni degli economisti sia il CPI che la sua versione core (depurata dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia) dovrebbero essere aumentati lo scorso mese dello 0,2%. Se il core CPI, l’indicatore “chiave” dell’inflazione, dovesse essere cresciuto più del previsto allora le speranze degli investitori su un taglio dei tassi d’interesse di 50 punti base da parte della Fed diminuirebbero. I mercati azionari dovrebbero di conseguenza soffrire.
Sempre per mercoledì sono attesi il Beige Book ed i dati sulla produzione industriale (Industrial Production) e sull’utilizzazione della capacità produttiva (Capacity Utilization).
Giovedì sono in programma i dati sulle costruzioni di nuove case (Housing Stars) e sui permessi di costruzione (Building Permits), due indicatori del settore immobiliare. Secondo le stime degli economisti entrambi i dati dovrebbero aver registrato un calo rispetto a novembre. Giovedì verrà pubblicato anche il Philadelphia Fed, un altro indicatore del settore manifatturiero. Giovedì è atteso inoltre un nuovo discorso di Ben Bernanke. Visto che il numero uno della Fed parlerà davanti all’House Budget Committee del Congresso potrebbe invitare le autorità politiche a prendere delle misure a sostegno dell’economia.
Per venerdì segnaliamo l’indice preliminare dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori a gennaio ed il superindice (Leading Indicators).
Sul fronte societario è attesa questa settimana la prima vera ondata di trimestrali della nuova “earnings season”. I risultati più attesi sono quelli delle grandi banche statunitensi. La scorsa settimana sono circolate a Wall Street più volte delle voci su delle mega-svalutazioni presso Citigroup e Merrill Lynch. La prima banca statunitense pubblica i suoi dati di bilancio domani, la casa d’investimento giovedì. Se Citigroup e Merrill Lynch dovessero veramente annunciare delle perdite di gran lunga superiori alle previsioni i mercati azionari dovrebbero soffrire a meno che tale notizia possa venir compensata da quella di nuove inizioni di liquidità. Durante il fine settimana la stampa statunitense ha riportato infatti che sia Citigroup che Merrill Lynch potrebbero ricevere del nuovo capitale da degli investitori stranieri. Sempre nel settore finanziario pubblicano i loro dati di bilancio mercoledì J.P. Morgan Chase & Co. (US46625H1005) e Wells Fargo (US9497461015) e giovedì Washington Mutual (US9393221034).
Il settore high-tech ha registrato delle forti perdite dall’inizio dell’anno. Secondo alcuni analisti le imprese starebbero riducendo i loro investimenti nell’information technology. I riflettori saranno perciò puntati questa settimana in particolar modo anche sulle trimestrali di Intel (US4581401001) e di IBM (US4592001014). Il leader a livello mondiale dei semiconduttori annuncia i suoi dati domani, il colosso dell’IT giovedì.
Segnaliamo infine per venerdì la trimestrale di General Electric (US3696041033). I risultati e l’outlook del più grande conglomerato a livello mondiale forniscono sempre anche delle rilevanti indicazioni sull’andamento dell’intera economia.
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