La scorsa settimana i mercati azionari internazionali hanno sfiorato il dramma. Lunedì, quando Wall Street era chiusa per la festività del Martin Luther King Jr. Day, le borse dell’intero globo sono state sommerse da una pioggia di vendite. La tempesta è continuata anche martedì sui mercati asiatici e nelle prime ore di contrattazione su quelli europei. Il peggio è stato evitato, come supposto nel nostro articolo della scorsa settimana, dalla Fed. Un’ora prima dell’apertura delle borse statunitensi il FOMC (Federal Open Market Committee), il comitato esecutivo della Fed, ha annunciato un taglio d’emergenza dei tassi d’interesse di ben 75 punti base. La notizia ha evitato un possibile crash di Wall Street e migliorato il clima sui mercati durante le sedute seguenti. Il Dow Jones e l’S&P 500 hanno potuto perciò chiudere per la prima volta nel 2008 una settimana in terreno positivo. Il Dow Jones ha guadagnato la scorsa ottava lo 0.9% e l’S&P 500 lo 0,4%, il Nasdaq Composite ha perso invece lo 0,6%. La Fed è riuscita a calmare la tempesta ma il nervosismo sui mercati continua ad essere molto elevato. Venerdì scorso alcune voci riguardanti il settore finanziario hanno depresso di nuovo la maggior parte delle borse. Anche questa settimana la volatilità dovrebbe essere alta vista la pioggia di importanti eventi macroeconomici e societari con cui si dovranno confrontare gli investitori. Sul fronte societario presenteranno i loro dati di bilancio 120 imprese dell’S&P 500. Sul fronte macroeconomico sono in programma, tra l’altro, la riunione del FOMC, il dato sulla crescita del PIL, l’indice ISM manifatturiero ed i dati sul mercato del lavoro. Questa sera intanto tutti i riflettori saranno puntati sul discorso annuale sullo stato dell’Unione che il Presidente George W. Bush terrà al Congresso. Bush cercherà soprattutto di rassicurare gli americani sulle prospettive dell’economia. Giovedì scorso la Casa Bianca e la Camera dei Rappresentanti hanno raggiunto un accordo su un pacchetto di aiuti per $150 miliardi, che include rimborsi fiscali per milioni di famiglie ed incentivi alle aziende per $50 miliardi. Se il piano non dovesse ricevere il pieno appoggio del Congresso allora i timori di Wall Street relativi all’andamento delle spese dei consumatori dovrebbero riaumentare. Il consumo resta il motore dell’economia statunitense. Gli investitori guarderanno questa settimana perciò anche con molta attenzione ai dati sulla fiducia dei consumatori del Conference Board e dell’Università del Michigan ed al dato sulle spese per consumi (Personal Spending). Il Conference Board pubblica il suo indice sulla fiducia dei consumatori domani, l’Università del Michigan venerdì. Il dato sulle spese per consumi è in programma per giovedì insieme al dato sul reddito personale (Personal Income) ed al core PCE (Personal Consumption Expenditures), uno degli indicatori più seguiti dalla Fed per monitorare l’inflazione. Sempre per giovedì segnaliamo l’indice dei direttori d’acquisto dell’area di Chicago (Chicago PMl) ed il dato del quarto trimestre sul costo dell’occupazione (ECI, Employment Cost Index). Andando per ordine cronologico già oggi verrà pubblicato il dato sulle vendite di nuove case (New Home Sales) mentre domani è atteso il dato sugli ordini di beni durevoli (Durable Goods Orders). Mercoledì il Dipartimento del Commercio pubblica una prima stima sul PIL degli USA durante il quarto trimestre. Le previsioni sono di una crescita dell’1,2%. Nel terzo trimestre il PIL degli Stati Uniti era aumentato del 4,9%. Mercoledì è in programma uno degli appuntamenti più attesi della settimana: la decisione del FOMC sui tassi d’interesse. Gli investitori sperano che la Fed ridurrà ancora il costo del denaro di almeno 25 punti base. Se le speranze del mercato dovessero venir deluse, oppure se la Fed dovesse indicare di essere restia ad allentare ulteriormente la sua politica monetaria allora Wall Street potrebbe tornare a soffrire.
Venerdì, infine, i dati sul mercato del lavoro e l’ISM manifatturiero dovrebbero darci delle indicazioni forse decisive sullo stato di salute dell’economia statunitense. Se i due dati dovessero di nuovo deludere le attese allora una recessione dovrebbe diventare quasi inevitabile. Gli economisti prevedono che nel settore non agricolo siano stati creati a gennaio negli USA 55.000 nuovi posti di lavoro (Nonfarm Payrolls) e che il tasso di disoccupazione (Unemployment Rate) sia rimasto stabile al 5%. Per quanto riguarda l’ISM manifatturiero le previsioni sono di un leggero calo da 47,7 a 47,5 punti. Ricordiamo che un indicatore inferiore a 50 punti segnala una contrazione dell’attività manifatturiera. Sempre venerdì verrà pubblicato il dato sulle spese per le costruzioni (Construction Spending), un indicatore del settore immobiliare.
Tra le molte trimestrali in programma questa settimana segnaliamo per oggi quelle di American Express (US0258161092), McDonald’s (US5801351017) e Verizon Communications (US92343V1044); per domani quelle di 3M (US88579Y1010) e Yahoo! (US9843321061); per mercoledì quelle di Amazon (US0231351067), Altria (US02209S1033), Boeing (US0970231058) e Merck (US5893311077); per giovedì quelle di Procter & Gamble (US7427181091) e Google (US38259P5089) e per venerdì quelle dei due colossi del petrolio Chevron (US1667641005) e Exxon Mobil (US30231G1022).
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