I titoli tecnologici e i fondi growth

Un laptop mostra un grafico

Secondo la società di gestione di Legg Mason, ClearBridge Investments, il sovrappeso sui titoli tecnologici non è più da considerarsi una scelta ovvia e naturale nei comparti growth, a causa della ciclicità del settore, della competitività dei mercati e delle scarse barriere all’entrata.
Evan Bauman, co-manager del fondo da 427 milioni di dollari, Legg Mason ClearBridge US Aggressive Growth, che ha reso il 12,7%* negli ultimi 12 mesi rispetto a una media del 7,67% per il peer group, afferma che il suo portafoglio sottopondera il settore ormai da diversi anni.
“Molti clienti sentono parlare di crescita aggressiva e subito pensano sia indispensabile sovraponderare i tecnologici. In realtà, il nostro comparto Aggressive Growth, ha un’esposizione del 18% sul settore, contro il 32% del benchmark”, ci dice. “Perseguiamo da sempre la crescita sostenibile degli utili ma se si osserva più da vicino il settore Tecnologia, si notano mercati competitivi e molto ciclici con scarse barriere all’entrata – anche per alcune aziende leader”.
Il fondo è chiaramente esposto sui tecnologici, in titoli che mostrano sostenibilità di crescita – ad esempio, Citrix (US1773761002), la nota società di cloud computing, riveste una posizione consistente, così come Seagate Technology (KYG7945J1040) e SanDisk (US80004C1018) che si occupano di data storage.
Bauman e il co-manager Richie Freeman hanno evitato Apple ma sottolineano di aver battuto il 90% dei gestori in ambito growth, anche senza detenere i titoli del colosso americano. “Abbiamo puntato su una serie di temi di cui Apple ha beneficiato, quali ad esempio la crescita delle società di storage come SanDisk”, asserisce Bauman. “Quest’azienda ha sviluppato un mercato di memoria flash utilizzata negli smartphone e nei tablet di Apple. L’elemento rilevante è che le schede di memoria flash prodotte da SanDisk supportano anche altri ecosistemi e producono unità a stato solido (SSD) che quest’anno consentiranno l’archiviazione dati su laptop”.
“Abbiamo scelto di puntare sullo sviluppo dei contenuti digitali e della memorizzazione dati, anziché cercare di selezionare il produttore di dispositivi che risulterà vincitore nella gara per soddisfare le mutevoli e transitorie esigenze del consumatore finale. E’ sufficiente pensare alle enormi quote di mercato perse dai precedenti leader del settore per accorgersi di quanto questi investimenti più consumo-centrici possano rivelarsi instabili”.
Bauman e Freeman adottano una view di lungo periodo e hanno mantenuto questo stile anche negli ultimi anni, nonostante l’aumento della volatilità.
“Quando in un comparto growth il turnover è del 2-5%, gli investitori talora si mostrano perplessi; ma a nostro avviso il modo più efficace per ottenere una performance superiore è quello di operare investimenti di lungo periodo in società negoziate a valorizzazioni inferiori rispetto al mercato e che lo superano in termini di crescita”, afferma Bauman.
“Tutte le ponderazioni settoriali sono dettate dalla selezione titoli e decidiamo quali società tenere sulla base dei fondamentali e delle caratteristiche di crescita, non sulla presenza o meno nel benchmark.”
Per quanto non sia possibile ignorare il quadro macro-economico, soprattutto in questo particolare momento storico, i gestori continuano a cercare le società che dimostrano di avere buone capacità di sviluppo a prescindere dal contesto.
“Le economie del mondo si stanno espandendo a rilento, ed è quindi naturale cercare le imprese in grado di generare, anche in queste condizioni, una vera crescita organica a doppia cifra degli utili per azione”, sostiene Bauman. Un’azienda statunitense che rispecchia esattamente questo concetto è Cree (US2254471012). Specializzata nella produzione di sistemi a LED che consumano l’84% di energia in meno rispetto alle lampadine a incandescenza tradizionali, l’azienda sta letteralmente rivoluzionando l’illuminazione di case, uffici e città, collocandosi a buon diritto all’avanguardia nella rivoluzione dell’efficienza energetica.
“Spesso ci chiedono se, viste e considerate le attuali condizioni di mercato, non sia necessario incrementare il turnover. A nostro avviso, quando la strategia di gestione è improntata su un orizzonte di lungo periodo, la volatilità può invece rivelarsi un vantaggio. Cerchiamo infatti di usare la volatilità per costruire le posizioni, acquistando titoli quando le valorizzazioni sono particolarmente convenienti e riducendo le ponderazioni quando queste diventano invece meno interessanti. Acquistiamo al ribasso e vendiamo al rialzo ma conserviamo nel lungo periodo un determinato gruppo di società che riteniamo d’importanza centrale”.
Il cuore pulsante del portafoglio è costituito da società incentrate sull’innovazione, poiché il team di ClearBridge ricerca le aziende in grado di cambiare radicalmente la vita delle persone e di consentire alle imprese di ottenere una maggiore produttività.

* Fonte: Legg Mason. Dati al 28 febbraio 2013. Comparto Legg Mason ClearBridge US Aggressive Growth Fund, azioni di Classe A a distribuzione (A), in dollari USA (USD). Peer group – Morningstar GIFS US Large Cap Growth Equity (USD).

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