Valute: Un’altra settimana di buone performance per il dollaro

Nel mese di maggio la maggior parte delle valute ha sottoperformato poiché il rapido aumento dei rendimenti dei Treasury USA ha determinato il rafforzamento del dollaro americano. A guidare gran parte della forza del biglietto verde è stato il grande movimento dei rendimenti degli Stati Uniti innescato dalla dichiarazione di Bernanke sul fatto che già nel corso dell’estate la Fed potrebbe iniziare a ridurre le operazioni di acquisto di asset sul mercato. Questo ha creato tensioni sul mercato perché, finora, la Fed ha mantenuto l’economia globale inondata di liquidità. E in un contesto in cui la crescita globale rimane poco brillante, una politica monetaria allentata era ampiamente accolta con favore. Infatti, la recente propensione di molte banche centrali è stata quella di allentare ulteriormente la politica monetaria. Qualche esempio: la Banca Centrale del Giappone ha annunciato l’intenzione di raddoppiare la base monetaria in 2 anni in aprile, mentre a maggio la Banca Centrale Europeaha tagliato il tasso di rifinanziamento, la Banca Centrale d’Australia ha tagliato il tasso ufficiale di 25 punti base al 2,75%, la Banca Centrale della Corea ha tagliato il tasso di riferimento al 2,5% e la Banca Centrale della Turchia ha tagliato il tasso ufficiale di 50 punti base per il secondo mese consecutivo. Ma l’elenco potrebbe continuare.
La notizia che la Fed potrebbe cambiare approccio in termini di politica monetaria ha spinto il mercato a rivalutare le strategie di investimento e ha sostanzialmente portato ad un deflusso dai mercati emergenti. Secondo l’EFPR (European Federation for Retirement Provision), i fondi azionari dei mercati emergenti hanno registrato quasi 3 miliardi di dollari americani di deflussi. I mercati emergenti hanno registrato anche circa 0,24 miliardi di dollari americani di deflussi obbligazionari. Poiché la sottoperformance complessiva dipende in gran parte dai flussi, alcune valute che hanno avuto perfomance meno brillanti rispetto al dollaro sono Peso Messicano, Real Brasiliano, Rupia Indiana. Notiamo che anche dopo i movimenti di questo mese, il mercato rimane long su queste tre valute. Ciò indica che c’è spazio per ulteriori sottoperformance nel breve termine se le tensioni sui mercati restano elevate.
Tuttavia, non hanno sofferto solo le valute dei mercati emergenti. Tra le valute dei G10, il dollaro australiano è stato quello che ha registrato le peggiori perfomance dell’ultimo mese a causa della sua alta sensibilità al sentiment del mercato e alla costosa valutazione rispetto al dollaro americano. Ma, a differenza di molte delle valute dei mercati emergenti, non ci aspettiamo che quest’anno il dollaro australiano possa recuperare in modo significativo da questo sell off. Di conseguenza abbiamo rivisto la nostra previsione a un anno a 0,9500.

 

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